Cevedale (Monte) Traversata delle Tredici Cime dal Passo Gavia al Rifugio Casati

Cevedale (Monte) Traversata delle Tredici Cime dal Passo Gavia al Rifugio Casati
La gita
giancuni
5 03/08/2013

In questa stagione guardando il ghiacciaio dei Forni ti viene da dire “gli sta seccando la lingua”. Dall’alto è impressionante notare come si distinguono bene tutti i crepacci e il ghiaccio vivo che sta cuocendo al sole.
Traversata fatta in senso contrario della descrizione. Primo tratto dal Casati al Vioz neve ancora abbastanza consistente che diventa sfondosa nelle ore calde. La Zuffal Spitzen si sale ancora superando benissimo la sua terminale e poi attraversando su neve sino al Cevedale. La cresta rocciosa delle Rosole è completamente pulita come pure la noiosa discesa su sfasciumi dal Palon de la Mare al passo della Vedretta Rossa.
Secondo tratto dal Vioz al pizzo Tresero mi limiterò a dare notizia sino all’inizio della Cresta Santa Caterina dove per lieve incidente ad un compagno di gita ho abbandonato il percorso.
Dalla croce di vetta dalla punta Like, si discende un canale segnalato con dei bolli gialli e dei cordini per agevolare dei tratti di calata con l’uso della corda se non ci si sente tranquilli. Più impegnativa la discesa della cresta al Colle Vioz, sfasciume e rocce rotte.
La salita su roccia alla Punta Taviela è ben bollata ed attrezzata con due catene nei tratti più laboriosi, su rocce poco stabili si procede a serpentina su facili passaggi. Usciti dalla cresta rocciosa il diagonale ascendente su ghiacciaio a tratti è scoperto fin sulla cima della Punta Taviela. Proseguimento in discesa alternando neve e tratti di cresta rocciosa esposta in buone condizioni sino ad un colletto nevoso. Risalita del tratto roccioso sino alla cima Pejo anch’esso pulito. Il proseguimento su cresta per raggiungere la Rocca di S. Caterina è tutto sgombro dalla neve. Come già accennato all’inizio, prima della risalita sulla Cresta di S. Caterina, ho abbandonato il percorso per accompagnare a valle l’amico Gianni, in una banale caduta si è ferito una mano e ha battuto il torace sulle infide rocce rotte taglienti, con conseguente difficoltà nella respirazione in salita. Non fidandomi di scendere sul ghiacciaio dei Forni, vedendo le terminali molto aperte e i crepi insidiosi, immaginando che con questo caldo non è molto salutare trovarsi sui dei ponti nascosti decidiamo di scendere dal versante sud. Su fastidiosissimi sfasciume di un brutto pendio raggiungiamo la Vedretta Taviella, dove una lunga lingua di neve ci porta verso valle; evitando balze rocciose ci abbassiamo raggiungendo la funivia che scende a Pejo. Gli altri due compagni, Lucio e Luciano, proseguono in cresta sino alla cima S. Matteo per discendere ai Forni su un percorso più salutare (pista esistente) e recuperare l’auto. Con bus più autostop ci portiamo a Ponte di Legno per ricongiungerci con gli amici. Gita molto lunga da non sottovalutare con i tempi di percorrenza, studiare le eventuali vie di fuga.

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