- Accesso stradale
- N.N.
Montagna in condizioni clamorose. Perfetta.
Il mio terzo Cervino. Mancavo sulla Gran Becca da 11 anni. Nel frattempo mi sono sposato, ho fatto due figli e ho messo un po’ da parte l’alpinismo. Ma il richiamo dell’Alpe è sempre troppo forte. Gli anta sono ormai passati ma il fisico sembra voglia reggere, così complice il sempre poco tempo a disposizione andiamo a salutare la croce partendo direttamente da Cervinia. Io e il socio partiamo barzotti da Cervinia pedalando fino al rifugio Oriondè ma siccome siamo povery, niente elettrica. La mia endurona da 15kg si è fatta sentire e gli 800m D+ da Cervinia sono valsi il doppio. Sentiero o meglio “traccia” fino alla Carrel filato via abbastanza bene nonostante l’oscurità. Per la prima volta ho visto i famosi “riposi” sul canapone della cheminé e non mi vergogno a dire che li ho apprezzati. Salita senza storia. Tutto pulito ad eccezione di qualche chiazza sul lato in ombra sopra il pic Tyndal. Ramponi e picca inutili. Io avevo solo quelli leggeri in alluminio, rimasti in fondo allo zaino. Temperature più da spiaggia che da alta montagna. Guanti mai usati.
Peccato, e mi permetto di dire “e che palle!” per le numerose cordate “tappo” intente ad effettuare discutili manovre rallentando clamorosamente l’andatura di chi non vuole fare il record di Kilian, ma gradirebbe scendere a valle prima che faccia notte. Quando ho visto addirittura parancare su uno zaino con la corda ho perso ogni speranza.
Il rientro a Cervinia in bici è stata forse la cosa più bella di tutta la giornata dopo che i piedi dentro gli scarponi chiedevano pietà.
Una piccola nota romantica: oggi, uno dei miei vecchi soci di un tempo con il quale formavamo il mitico “arnulfo dream team”, saliva in solitaria la Gran Becca. Quando per caso l’ho incontrato mi sono commosso pensando che lo stesso giorno di 11 anni fa eravamo insieme sulla stessa montagna.
Oggi con l’affidabile e forte socio, Max