Cervino o Matterhorn Cresta del Leone

Salita attualmente in ottime condizioni, itinerario completamente asciutto tanto che i ramponi sono indispensabili solo sulla cresta sommitale dalla croce per salire alla vetta svizzera. Ascensione impegnativa sotto tutti i punti di vista che richiede un notevole impegno fisico e concentrazione tanto per la salita ma ancor più per la discesa, itinerario abbastanza obbligato da corde fisse e spit ma non sempre evidente e in qualche punto basta un errore di pochi metri per trovarsi nel posto sbagliato. Saliti al rifugio Carrel da Cervinia il primo giorno di riapertura dopo il crollo che ha interessato la via di accesso al rifugio e forse per quello poca gente e tutti stranieri, un apprezzamento alla guida in servizio gentile e prodigo di informazioni. Al mattino partenza verso le 5 e mezza un po’ dubbiosi a causa del forte vento che ha soffiato tutta la notte e ci ha accompagnato per tutta la giornata, fortunatamente la temperatura non era così fredda e ci ha “concesso” la salita. Poche cordate sulla via e si arriva in vetta dopo più di 5 ore di salita, non ci si ferma quanto vorremmo a causa del forte vento e si comincia quasi subito la discesa. Siamo in sei divisi in tre cordate e ci si organizzano insieme un po’ di doppie nei punti che lo permettono, scelta che porterà via un po’ di tempo ma ritenuta la migliore per la sicurezza e si rientra senza problemi al rifugio. Sosta di un’oretta e si riprende la lunga discesa verso Cervinia dove si arriva col buio dopo una giornata intensa e faticosa.

Descrivere una salita così è difficile. Il Cervino non è una montagna qualsiasi.. è La Montagna.. Ed è a tutti gli effetti un viaggio meraviglioso in un luogo che ha fatto la storia dell’alpinismo. Incute un senso di timore e rispetto per i protagonisti e le tragedie che questa storia l’hanno scritta e poterlo salire è stato per me un privilegio, ottimamente diviso con Mathias, Andrea, Tommy, Cesare e Monica come sempre ottima compagna di cordata.