Cervino o Matterhorn Cresta del Leone

Cervino o Matterhorn Cresta del Leone
La gita
andrealp
5 03/09/2019
Accesso stradale
Nessun problema

Saliti senza problemi e con meteo buono alla Capanna Carrel nel pomeriggio precedente. Il passaggio della Cheminèe comunque serve a far capire che per scalare il Cervino servono allenamento e buone braccia. Ottima accoglienza e solo 20 persone a pernottare. Partiti alla volta della Gran Becca alle 5,30 con la Corda della Sveglia che ci ha subito scaldati a dovere. Poi una progressione fantastica sui mitici luoghi che hanno segnato la storia dell’alpinismo quali il Mauvais Pas, il Linceul, la Gran Corda, il Pic Tyndall, l’Enjambèè, la Scala Jordan e la Corda Piovano. Non c’è bisogno di descriverli perché su tutti i testi sacri della montagna sono riportati con ogni dettaglio e non è per me possibile raccontare le emozioni che si provano a scalarli. Poco prima delle 9,30 abbiamo raggiunto la croce di vetta a quota 4.478, il coronamento di un sogno che durava da sempre… Il fatto che sulla via italiana ci fossero soltanto una decina di cordate ci ha evitato problemi nei punti più critici. Nonostante un po’ di neve sul Pic Tyndall siamo saliti senza utilizzare ramponi e picca. Per il resto il percorso era pulito anche se sulla testa del Cervino bisogna fare attenzione all’insidioso verglass presente in alcuni tratti. Discesa, come si sa, più impegnativa della salita, un po’ disarrampicando e con innumerevoli calate da parte della mia impareggiabile guida Umberto Bado che mi ha aiutato a raggiungere in sicurezza un obiettivo davvero importante. E’ a mio avviso davvero fondamentale essere preparati a una discesa che presenta insidie dovute all’esposizione, al terreno impegnativo nonché all’inevitabile stanchezza e dove, tuttavia, bisogna essere abbastanza veloci se si vuole rientrare direttamente a Cervinia, come abbiamo fatto noi. Dalla vetta alla croce Carrel, a quota 2.920, non bisogna mai distrarsi. Gli ultimi 800 metri, dall’Oriondè in giù, sono una passeggiata con le ginocchia a pezzi e la testa sempre rivolta all’indietro per vedere l’ultimo sole sul Cervino.

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