Cervino o Matterhorn Cresta del Leone

Cervino o Matterhorn Cresta del Leone
La gita
marcogiorgetti
5 20/08/2012

Star bene in montagna: quasi la felicità! Federico ed io, un po’ impensieriti dai probabili temporali del primo pomeriggio abbiamo lasciato il Carrel qualche minuto prima delle 4:00. All’alba eravamo già più in alto della Grand Corde, quasi in cima al Tyndall. Alle 09:00 circa, in vetta. Sul piano arrampicatorio, in queste condizioni, senza mai calzare i ramponi, diciamo pure ‘una scala per polli’. Ma resta l’ambiente, severo severo, la fatica e la necessità di un po’ d’occhio per ritrovare la via, specie di notte. Avendo optato per la traversata, abbiamo messo i ramponi per ridiscendere il primo tratto sul lato svizzero. Colti puntualmente dal minacciato temporale pomeridiano, ci siamo rifugiati nella Solvay, dove abbiamo trascorso la notte in compagnia di 3 turchi fantastici, giunti al cospetto della Gran Becca in bici, direttamente da Instambul. La loro zuppa di yogurt e peperoncino resterà un ricordo indelebile di quest’avventura, simbolo di una fraternità improbabile che solo la grande montagna può suggerire al cuore dell’uomo. Corda della sveglia, Grand corde, anjambee, scala Jordan… Sono nomi a ragione entrati nella leggenda dell’alpinismo, evocazioni di sogni che ogni alpinista bambino ha assaporato trasalendo, col naso attaccato alle pagine di qualche libro di montagna. Sono sogni che aiutano a crescere, e che anche da grandi andrebbero alimentati: per restare un po’ bambini!

Link copiato