La relazione dell’itinerario seppur essenziale è sufficiente, in ogni caso per ampi tratti il percorso di salita è abbastanza logico ma non molto evidente; aggiungo due dritte… Dal masso staccato (squadrato ed evidente) salire max 20m per reperire la traccia a sx, poco visibile da fuori ma una volta dentro si segue bene. Al termine del traverso, dove inizia a finire anche l’erba, si trova qualche ometto che indirizza attraverso la pietraia e i nevai residui verso il colatoio (comunque evidente). Giunti in cima alla giavina, puntare a dx contro la parete, qualche ometto riappare sulle cenge e con qualche passo di facile arrampicata si arriva al passo degli ometti (2978m). Dal passo alla cima effettivamente si passa un pò dove si vuole, tenendo conto che per stare sul facile si gratta della roccia nera pessima, stando su quella più solida (a tratti serpentino) può capitare qualche passo più duro che II. Discesa più evidente. Ad oggi pochi nevai presenti e volendo aggirabili ma almeno un piccozzino e d’obbligo averlo dietro, per star tranquilli meglio anche i ramponi.
Stupendo giro ad anello pochissimo frequentato. A sorpresa trovato un altro pellegrino solitario come me sul percorso mentre entrambi cercavamo la traccia dopo il sasso staccato, quindi da lì condiviso per intero l’itinerario. Il socio improvvisato si è rivelato essere un gran becco con esperienza e gamba…in 6h e 10′ completato l’anello.