Gogna Dixit è una di quelle vie dove i millimetri si trasformano in chilometri, dove non contano i metri di sviluppo ma il suono leggero di ogni passo felpato, il rimbombo di ogni respiro profondo. È una via storica, e siamo felici di aver fatto esperienza di questo viaggio di pietra. Il diedro del secondo tiro è iconico e richiede un po’ di malizia, il traverso che lo precede e la placca che lo segue intimano un buona dose di fermezza e autocontrollo.
La via al momento si presenta in condizioni per noi accettabili. Non ci sono spit lungo i tiri e alcune protezioni vanno sistemate in lame e tasche che suonano un po’ vuote. Abbiamo dato una lieve spazzolata ai buchi del diedro, che erano comunque liberi. Le soste sono un po’ arrugginite ma ok.
La placca dei Cavalieri Perdenti è un luogo incantevole: con una risistemata alle protezioni delle linee a spit ed un’occhiata ad alcune soste dei tiri storici (ovviamente da preservare assolutamente senza ancoraggi fissi) ne uscirebbe una bella falesia “lunga”, dove sperimentare anche qualche placca poco proteggibile. Ma sarebbe bello se anche rimanesse così, un terreno di avventura piccolo, seminascosto ed un po’ dimenticato.