Castore da Saint Jacques per il versante NO

Castore da Saint Jacques per il versante NO
La gita
mario-mont
5 10/07/1994

Per la prima volta capogita su un 4000. In quei tempi di grandi entusiasmi ero un po’ sull’incosciente.
C’era già il rifugio Guide D’Ayas, ma preferimmo il Mezzalama sia perchè del CAI sia perchè qui era passato tutto l’alpinismo classico. E anche perchè il Mezzalama era stata la mia prima vera gita in montagna nel 1974.

Partiamo uno splendido mattino con il CAI Pianezza. In tutto una ventina di persone.
Sotto un caldo sole raggiungiamo il Pian di Verra superiore dove pranziamo. Poi al rifugio che si rivela alto e distante. Arrivati, ci troviamo però molto bene con la bella accoglienza dei coniugi Rocci, che ritroverò anni dopo al Gastaldi.
Al mattino dopo il tempo è splendido e ci avviamo verso il rifugio Guide d’Ayas, che si rivela piuttosto faticoso da raggiungere. Poi sul ghiacciaio il cammino si fa più facile. Arriviamo bene sotto il Castore dove ci leghiamo. Io sono con Franco Bergagna, scomparso poi troppo presto. Saremo per quasi tutta la salita la prima cordata.
Con numerosi zigzag saliamo sul pendio ripido ma facile, su neve dura, senza nemmano un crepaccio. Solo nell’ultimo tratto la pendenza aumenta e dobbiamo procedere con molta prudenza. Al termine del pendio sbuchiamo sulla cresta nord, affilata e splendida. Saliamo con cautela, specie nell’incrocio di alcune cordate che scendono.
Ed è la vetta ! Con i Lyskamm e tutto il Rosa davanti. Uno spettacolo incredibile.
Il panorama è splendido, anche se tira un vento gelido. Arrivano su tutti e facciamo le foto di rito, poi però siamo costretti a scendere subito perchè non si resiste al vento siberiano.
Alla fine della cresta peniamo un po’ a scendere perchè c’è gente che ancora sale. Sul ghiacciaio sottostante aspettiamo un bel po’ tutti gli altri. Recuperiamo tutti e scendiamo. Giovanni riuscirà anche a perdere la corda sul ghiacciaio.
Dal Mezzalama in poi i problemi sono finiti, ma la strada è ancora lunghissima. Scendiamo fino al Pian di Verra e mettiamo a bagno nell’acqua gelida i piedi surriscaldati dai Koflach . Che soddisfazione !
L’ultima parte eterna, sotto il sole e con 2500 metri nelle gambe. Ma la soddisfazione per questa splendida ascensione fa dimenticare tutto !

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