Saliti da Via Cassinelle poi per non seguire la strada ci siamo inerpicati dietro ad una curva da un rudere, tra spine, rovi e prese dell’acqua, sulla sinistra un inquietante terreno franoso che abbiamo contornato in alto, rientrati sul sentiero. Evitiamo la salita al Bricco dei Corvi, si scende e si risale, oggi tanto fango ma si arriva al primo rudere e poi si incontra l’abbazia: la cripta tra tombe aperte e altari ancora visibili.
Davanti all’entrata una torretta che ormai sta per cedere e una casa forse una osteria … distrutta. Il tutto viene tenuto in piedi da poderosi grovigli di edera che ormai hanno invaso quello che resta del borgo fantasma di Cassinelle.
Discesa si consiglia di ritornare fino al bivio e scendere a dx, noi invece abbiamo scelto sbagliando, di scendere verso Via Monte Timone. Peccato che i percorsi per MTB estremamente ripidi, a piedi siano impraticabili o quasi soprattutto dopo un giorno dei pioggia: difficile stare in piedi. Il clou del disagio è il guado del torrente Cassinelle che esce in pratica dalla discarica di Scarpino … orrore allo stato puro.
Si risale per una strada di cantiere e poi tenendo la sin. su sentiero sempre per MTB (vedi sopra) si scende un crestone con vista sulle cave del Monte Gazzo. Si arriva quindi in Via Monte Timone su una creüsa tra antiche case e poi sulla strada carrozzabile si prosegue tra ruderi e inquietanti reperti di archeologia post industriale.
Con Lorenza si continua la riscoperta dei sentieri dietro casa … questo però non lo ripetiamo