Candelera (Rocca) Via Ferrata di Usseglio

Candelera (Rocca) Via Ferrata di Usseglio
La gita
pertinax
3 11/06/2012

Personalmente, sconsiglio a chiunque questa ferrata fino a che non saranno completati il sentiero d’accesso e quello di rientro. Mi spiego: ieri – Sax, Enzo ed io – siamo giunti sul posto alle 10 circa e, trovato (non senza l’aiuto del personale della cava), il pannello esplicativo situato a una trentina di metri dalla strada, ma invisibile da questa, abbiamo iniziato un’assurda ricerca del famigerato sentiero. Che tecnicamente non esiste, riducendosi a un’esilissima traccia che si dipana in un bosco molto folto e su un terreno assai accidentato, percorso da diverse piste di animali e parvenze di sentieri che vanno in qualsiasi direzione. La notte prima sulla zona si era abbattuto un forte temporale, quindi la traccia giusta non era più visibile in mezzo a una vegetazione lussureggiante (ortiche comprese, a tappeti) e i famosi “ometti” erano in gran parte caduti. In definitiva, abbiamo impiegato oltre un’ora e un quarto per capirci qualcosa e siamo finalmente giunti all’attacco della ferrata, esausti, attorno a mezzogiorno! Preciso che non siamo né ragazzini, né imbranati inesperti (anni fa ho attraversato la Lapponia artica con solo carta, bussola e goniometro, in solitaria, tanto per fare un esempio).
Di per sé la ferrata è abbastanza divertente; come difficoltà vale la Nito Staich ad Oropa, sebbene più lunga e molto più discontinua a causa dei diversi risalti erbosi, dove si trasforma in un sentiero attrezzato. Le due pareti sono carine, ma nessun passaggio comporta particolari problemi, né scariche di adrenalina. Il ponte delle scimmie è stato attrezzato più che altro come divertissement (è analogo a quello della ferrata della Sacra di San Michele). Sui tratti che risalgono le roccette senza aiuto di supporti metallici, occorre al momento fare attenzione alla consistenza degli appigli: infatti ne abbiamo staccati ben due – pezzi di roccia friabile lunghi una trentina di centimetri – fortunatamente senza conseguenze negative. Probabilmente il problema diminuirà in seguito ai numerosi passaggi (e relativi distacchi di quanto ancora non è perfettamente saldo…). Rammentate inoltre che non vi sono vie di fuga. E’ percorribile in due o tre ore, a seconda dell’allenamento.
La discesa avviene su un sentiero in gran parte ancora da completare: molto ripido, scivoloso per i diversi rigagnoli attraversati e in alcuni punti pericolosamente esposto e privo di corde fisse (che in alcuni punti, per i più inesperti, non sarebbero una cattiva idea).
In definitiva, la ferrata non è male, ma è davvero avventato averla già aperta al pubblico senza prima aver completato i più che necessari sentieri e apposto adeguata segnaletica (avete presente quei bei segni tracciati con vernice rossa o bianca?).
Decisa tirata di orecchie agli organizzatori (puro eufemismo: ieri tra imprecazioni e maledizioni, devono aver avuto la testa che scoppiava…)
Ultimo consiglio: mi pare una ferrata da non affrontare assolutamente nel caso vi sia il rischio di piovaschi: il rientro è comunque molto ripido e già di per sé scivoloso.

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