Via stupenda: la chiodatura, mai pericolosa ma molto ariosa, ti obbliga a scalare e a usare il cervello per leggere dove si passa. I 5 tiri sono di una continuità e una VERTICALITÀ pazzesca. Dita e piedi la fanno da padrone e a me non dispiace. La roccia è spettacolare. Impegno fisico e soprattutto psicologico continuo: non ricordo un riposo totale sui tiri; sarà che non vedi l’ora di metterti in sicuro ma i moschettonaggi li fai sempre con il cuore in gola, ci vuole decisione oppure bisogna averne davvero tanta.
La via:
L1 IV che richiede delicatezza per la roccia
L2 passo ostico e bellissimo muretto a tacche, poi viaggiare.
L3 verticale a tacche, piedi e chiusure.
L4 continuazione del precedente, poi fessura fisica.
L5 passo duro in ingresso (non capito), poi stupendo traverso molto tecnico e continuo.
L6 inizio facile, traverso sotto il tetto enigmatico (munto), muro verticale a cannellures molto aleatorio, ultimi 15m spiana.
Calate: noi abbiamo fatto S6-S5; S5-S4; S4-S2; S2-terra passando bene gli spit metodo veloce senza particolari numeri circensi. Sufficienti i rinvii, friends e nut inutili. Non avevamo materiale per sostituire i cordoni, quelli di S2 e S3 ne avrebbero bisogno, gli altri OK.
L2 e L5 (eccetto la partenza) quelli scalati meglio. Prima volta al Mongioie senza nebbie. Preso schiaffi ma grande soddisfazione, gli allenamenti danno frutti. Con Ska