








Splendida ferrata con un bello sviluppo (350 m) in cui si arrampica su ottimo calcare utilizzando la catena quasi sempre solo come mezzo di protezione (e non di progressione). Si parte da Cavaglia, un piccolo e suggestivo borgo di antiche case ancora abitate. Il sentiero per la ferrata è ben tracciato e ben segnato. Caschetto indispensabile. Roccia ottima e solidissima: sembra di essere a Finale ma senza la folla di Finale! La grotta però, si presenta (giustamente) fradicia, viscida, pregna d’acqua… insomma “lepegosa”! Meno male che con un po’ di sana opposizione tra le strette pareti, le catene e le placchette si riesce a salire, salutare la Madonnina e uscire sulla destra in vista di un piccolo rosario rosso. Si prosegue ancora per vari camini, spigoli e paretine tutte ben ammanigliate e divertenti finchè si giunge alla strana croce ricoperta di specchi. Ritorno per la normale (ancora qualche semplice tratto attrezzato in discesa), si passa da una sorgente d’acqua cristallina e pura e dalle varie falesie del Coren. Incontrate due capre, due arramapicatori in falesia e una non meglio identificata serpe marrone e nera sul sentiero. Scorpacciata di fragoline di bosco e via!