Calotta (Cima) dal Rifugio Petitpierre

Calotta (Cima) dal Rifugio Petitpierre
La gita
ghizlo
3 27/05/2018
Accesso stradale
Strada di accesso al rifugio libera
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Farinosa compatta
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
2100
Equipaggiamento
Scialpinistica

A mio avviso le condizioni dell’itinerario possono considerarsi nel complesso medie, in quanto nella parte bassa la scarsità della neve ci ha costretto a fare diversi ghirigori tra le rocce e a stare alti verso la bastionata della Cima di Salimmo, costringendo poi ad un traverso per entrare nel vallone che porta verso la bocchetta di Valbione, mentre la neve è rimasta sempre sciabile, polenta di vario genere, ma mai sfondosa.
Sia in salita sia in discesa abbiamo portato gli sci fino a quota 2150m circa, il che vuol dire farsi il sentierino che porta – stando a mezza costa – dal rifugio fino alla Baita di Pozzuolo e poi oltre, per continuare a salire lungo il ripido sentiero incassato ai margini di un canalone e raggiungere la prima neve in corrispondenza di un ripiano. Neve a conchette.
Con diversi zig zag per cercare la neve tra le rocce abbiamo raggiunto la base della bastionata della Cima di Salimmo a quota 2.300 m circa, dove, con un traverso deciso verso destra (Ovest), l’abbiamo aggirata per portarsi nel vallone che conduce alla Bocchetta di Valbione.
Il vallone lo abbiamo percorso bene su neve lisciata dal caldo, ma portante, seguendo le poco marcate tracce di pasaggio. Ai lati segni di diverse valanghe scese nei giorni precedenti.
Alla bocchetta di Valbione abbiamo tolto gli sci perché sul lato opposto non c’era neve e bisognava scendere a piedi per qualche metro su comodo sentierino.
Il traverso in discesa su neve crostosa a tratti non portante ci ha obbligato a togliere gli sci in corrispondenza di una fascia rocciosa da superare a piedi.
Una volta arrivati a quota 2720 m circa abbiamo ripreso la salita e abbiamo puntato alla base della Calotta.
A differenza delle relazioni, anziché salire la pala lungo il suo lato destro, l’abbiamo salita al suo margine sinistro per evitare cumuli di valanga, su buone pendenze, ma su neve tutto sommato sicura.
Un traverso verso sinistra ci ha portato sul ripiano finale e da lì in vetta.
La discesa è stata migliore rispetto alle aspettative. Infatti, dalla cima fino alla pala abbiamo trovato neve umida e profonda, sulla pala invece abbiamo sciato su neve marciotta, ma divertente e facile da condurre, mentre dalla pala alla base del traverso per risalire alla bocchetta di Valbione abbiamo trovato un bel polentone su cui sciare leggeri, con il rischio altrimenti di provocare distacchi. Dalla bocchetta alla fine del vallone ancora polenta e poi dal traverso fino alla fine della neve discesa su toboga e neve oramai estiva.

Oltre a noi due, presenti un gruppo di quattro bergamaschi, con cui abbiamo condiviso la salita, e una coppia di bergamaschi che ci ha raggiunti in vetta.

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