






- Accesso stradale
- necessarie gomme invernali per accesso alla centrale di Armisa
Salita:
Partiti alle 9.20 dal parcheggio.
Gli sci si spallano fino ai primi alpeggi, incontrando qualche tratto ghiacciato, poi neve continua su fondo buono con spanna di polvere che consente una progressione veloce sino all’alpe Druet.
Il traverso di accesso al canalone era ghiacciato e presentava bocche di balena per cui prestare attenzione – il pendio prende il sole – e valutare attentamente.
Condizioni del canalone:
La salita è risultata un poco impegnativa perché tutta su fondo duro con spanna di polvere ed è quindi necessaria un’ottima tecnica per salire velocemente in sicurezza: è pur sempre ripido.
Uscita al colletto:
Si arriva con gli sci ai piedi fino alla strozzatura rocciosa a circa 2800.
La strozzatura è quasi completamente ricoperta da neve polverosa ed inconsistente: la cima sarà per la prossima volta.
Discesa:
Veniamo alla parte dolente poiché:
• Se la neve polverosa e inconsistente non ci ha permesso di raggiungere la cima
• Se la neve polverosa e inconsistente ha reso la salita del canalone “tecnicamente interessante”
Il polverone che si alzava era da 5 stelle e ci ha obbligato ad alcune pause tecniche per prendere fiato durante la discesa.
Il traverso che porta all’Alpe Druet richiede attenta valutazione perché scalda molto, prestare attenzione all’orario, e sono presenti bocche di balena: l’abbiamo attraversato moolto in fretta stando leggermente più alti rispetto alla traccia di salita.
Da qui fino ai primi alpeggi neve “veloce” in via di trasformazione.
Rientro sci in spalla.
L’ambiente è selvaggio e quando si raggiunge l’alpe Druet si rimane senza parole: si apre la testata della valle con la parata dei canaloni che scendono dai giganti orobici.
Saliti in circa 4 ore.
Scesi in poco più di 2 ore.
Ringrazio Elena per avermi fatto un così bel regalo di compleanno. Spero di non dover aspettare un anno… sai, ci sarebbe il pizzo Coca.