Ascesa molto varia fin troppo, protetta ma non eccessivamente, direi per invogliare l’auto-protezione. In particolare la L3 disorienta, perché la direzione, dopo aver preso decisamente sulla sinistra, a un certo punto si alza in verticale, a raggiungere la terrazza descritta nella relazione principale, che però da sotto non è intuibile. Buxi ha avuto non poche difficoltà a capire dove dover andare, soprattutto per la mancanza di spit ad indicare la strada on quel punto, forse anche perché la pioggia dei giorni precedenti aveva pulito i segni di gesso. Alcuni passaggi sono però indicati da frecce blu.
Confermo il quarto tiro, che comincia in un camino stretto, come il più bello dell’ascesa., non faticoso se si intuiscono alcuni movimenti in opposizione fra le due facce del camino, ad uscire sulla sinistra dello stesso. Molto atletico il superamento del tratto chiave della L5, dopo il diedro ad arco, che suggerisco di superare mettendo entrambe le mani nella fessura verticale appena sopra il tetto, opponendo entrambi i piedi verso destra, finche si riesce ad alzare il tacco destro oltre il tetto, per vedere e raggiungere lo spit appena sopra. Assicuratisi a quello spit si è salvi, l’ascesa torna a essere della difficoltà media, senza più paure particolari. Il superamento di questo tetto ci ha messo non poco in difficoltà, con un paio di voli da primo di Buxi, che mi ha poi “ceduto” l’onore…
Gli ultimi due tiri, nonostante la stanchezza, si fanno in scioltezza e sono fin troppo protetti. Gradevole la placca di tre/quattro metri all’inizio dell’ultimo tiro, che con i piedi sistemati come si deve, non crea difficoltà particolari.
Non possedendo friends ci siamo protetti solo con nuts piuttosto grandi e fettucce intorno alle sporgenze più evidenti, direi abbastanza in sicurezza.
Lungo tutta la via si apprezzano alcuni chiodi antichi e arrugginiti, piazzati nei punti dove avremmo noi piazzato qualcosa. Tutte le soste hanno la catena di metallo, alcune hanno tre spit, mi pare tutte hanno un moschettone apribile per le doppie, che però pare così arrugginito da risultare saldato.
Suggerisco caldamente il rientro per il sentiero, con tutti i cambi di direzione che l’ascesa comporta, non so proprio come avremmo trovato la successione delle catene in discesa.
Nota sulla temperatura. Oggi, 29 settembre [mi sono svegliato e…tu non eri con me…] l’ombra geografica è durata fino a mezzogiorno, quando il sole ci ha raggiunto sul terzo, quarto tiro. Prima un freddo polare alle mani e ai piedi, dovuto anche alla giornata uggiosa. Consiglio quindi a chi può, in questa stagione, di cominciare l’ascesa più tardi di noi, che abbiamo attaccato alle 10.
Seguono alcune foto, purtroppo scattate con una merdosa coolpix automatica, che ha cannato quasi tutte le esposizioni. Ovvio, con la mia F3 avrei scattato dia migliori, ma è fatta di metallo, la struttura degli obiettivi di ottone…