Borgone – La Tela del Ragno (Falesia)

Magnifica parete di gneiss eccezionalmente lavorato e ricco di concrezioni, posta in posizione elevata e perfettamente visibile dal basso, lungo la verticale che va dal centro di Borgone verso la frazione di Vianaudo.
A parte la posizione e la qualità della roccia, anche solo l'ambiente, lo splendido sentiero e la ricchezza di memorie storiche del luogo giustificano la gita.

Da Borgone di Susa prendere la strada per la frazione Chiampano e proseguire verso la borgata Achit fino a raggiungere l’abitato, vicino alla cappella della Madonna degli Angeli dove si parcheggia (circa 3 km dal bivio sulla SS 25). Si prega di prestare attenzione a non occupare tutti i posti auto dei residenti. A fianco della cappella prendere la ripida mulattiera che dopo poco diviene pianeggiante. Superare il bivio verso sinistra per Rocca Miloro. Dopo una cinquantina di metri prendere il bivio sulla sinistra per Rocca Bruna (presente anche cartello con indicazione falesia Tela del ragno). Salire la ripida mulattiera, superare un gruppo di case abbandonate e ad un pilone votivo seguire le indicazioni verso destra per Rocca Bruna-Vigne del Roc (presente cartello falesia). Seguire il bel sentiero balcone superando l'abitato abbandonato di Rocca Bruna (presente un pilone votivo affrescato) e proseguire la mulattiera fino a che questa prende a salire. Al culmine della salita, in prossimità di una casa, prendere sulla sinistra (cartello falesia) un sentiero ben segnato da ometti e nastri che sale ripidamente il bosco di querce sino a deviare a destra e divenire pianeggiante. Seguirlo per un centinaio di metri fino ad arrivare all'altezza della falesia, situata sulla sinistra (30 minuti da Achit).

La falesia è stata trovata "per caso" durante una gita esplorativa. Con molta sorpresa abbiamo scoperto che nella parte più a sinistra della parete erano già presenti sei itinerari (gli attuali 2, 5, 6, 7, 8, 9) attrezzati a vecchie piastrine, di cui non si aveva traccia documentale. Siamo poi riusciti a rintracciare la storia della chiodatura, che era stata compiuta da Diego Cordola, Dante Alpe e Luciano Scaglia il 21 e 26 marzo 1993 (ringraziamo Stefano Cordola per averci consentito la consultazione degli appunti inediti del fratello).
Fra il novembre 2022 e il gennaio 2023 Antonio Migheli e Claudio Pajola hanno dato mano alla riattrezzatura e parziale rettifica dei sei vecchi itinerari, e alla chiodatura di undici nuovi tiri.
Un enorme ringraziamento va a Pierino Protti, Walter Siffredi e Marco Giorda, per il ciclopico lavoro di sistemazione del sentiero e della base della falesia. Un GRAZIE di cuore ad Adriana Massa, che non solo ci ha aiutato nella pulizia e nell'allestimento dei tiri, ma ha dimostrato una pazienza infinita verso le nostre affettuose intemperanze.