Letto minchiate sull’avvicinamento, ci mancava solo il lupo nel bosco; noi 50 minuti a ritmo blando ed eravamo alla base.
Trovarsi a 1200 m al caldo e con petto nudo a inizio febbraio: nemmeno nei miei sogni più bagnati.
Splendida falesia d’alto bordo, solo per pochi e a godibilità limitata:
– se non ami gli avvicinamenti, non scalare alle Boracche
– se preferisci il calcare, non scalare alle Boracche
– se cerchi la presa già segnata dalla magnesite, non scalare alle Boracche
– se ti piace l’aderenza, non scalare alle Boracche. Ma pure se NON ti piace l’aderenza, non scalare alle Boracche
– se non ti piace la fessura, non scalare alle Boracche
– se gasa muoverti con la tua “crew”, non scalare alle Boracche
– se ami l’ombra, se porti poca acqua, se ti senti 500 grammi in sovrappeso non scalare alle Boracche.
Ouverture con “Cenerentola” (splendido; se trovate imbarazzo tra 1° e 2° fix ci sarà ben un motivo); proseguito con l’altrettanto allegro con brio di “Godila” e gran finale su “Scaccia il coniglio”. Piedi esplosi per il caldone sulla meravigliosa “Chi cerca trova”, purtroppo il 3° fix è messo così in malo loco che ha fatto fischiare gli sfiati posteriori, rendendo la pratica più complicata.
Non conosco il motivo mio, però io adoro scalare alle Boracche.