Boè (Piz) dal Passo Gardena, traversata a Colfosco

Boè (Piz) dal Passo Gardena, traversata a Colfosco
La gita
andreamilano
4 04/07/2018

Parto tardi e poco convinto per il meteo, dal parcheggio qualche tornante sotto al passo Gardena. Ore 10.50.
Salgo per la ferrata Tridentina velocemente e raggiunto il rifugio Pisciadù (l’ultima volta che vi ero stato era nel 1991), continuo lungo la facile via normale per l’omonima Cima Pisciadù. Poco sotto la vetta inizia a piovere e a tuonare e, malvolentieri torno sui miei passi fino al rifugio, dove per fortuna scampo alla grandine.

Dopo mezzora di maltempo ed un piatto di salsicce con polenta in compagnia di un romano e due cecoslovacchi, il tempo torna di colpo bello, e anzichè scendere come fanno loro, torno sullo stesso sentiero, ma stavolta mi dirigo verso forcella Ciamorces ed il rifugio Boè. Sentiero leggermente imbiancato dalla grandine.

Da rif. a rif. in un’ora e mezza. Il cielo azzurro dura poco e sopra la Val di Fassa un cielo praticamente NERO con saette scoraggia qualsiasi tipo di avvicinamento verso sud. Verrò poi a sapere il giorno dopo dei danni che quel temporale ha fatto su Moena e zone limitrofe.

Io comunque insisto fino alla vetta del Piz Boè, anche perchè da li, la discesca verso Corvara sarebbe più corta del percorso a ritroso.
Dalla cima panorama impressionante – nero sul lato sud e sole su quello nord – vento – ore 17

Mi fermo pochissimo visto l’ora e su consiglio della rifugista della capanna Fassa.
Dalla cima seguo la cresta nord e poi il sentiero verso il rifugio Franz Kostner dove chiedo informazioni sul sentiero per Colfosco. Da qui scendo un pò per sentiero e un pò per piste fino a trovare il bivio Colfosco/Corvara. Arrivo a Colfosco alle 20.30.

Autostop sulla provinciale sperando nella buona sorte. Al volante della terza macchina incontro proprio i miei compagni di tavolo cecoslovacchi della polenta con salsicce, che mi riportano parcheggio e alla macchina. Ore 21

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