Da le Meschie prendere la sterrata che sale sulla destra (palina) seguire le numerose tacche bianco-rosse e ometti che guidano verso la panoramica sella Artondù, oltrepassando diversi casolari abbandonati, ricordo di un mondo alpestre ormai quasi del tutto scomparso.
Dalla sella tralasciare la deviazione sulla destra per fontana Cappa e seguendo una labile traccia si risale la cresta, il cui primo tratto è invaso da rododendri e bassa vegetazione.
Conviene mantenere il filo di essa, i passaggi di primo grado non sono mai obbligatori o esposti, ma rendono la salita più divertente ( sicuramente meglio che ravanare in cerca del percorso migliore lungo le pendici scoscese).
Presente qualche sbiadita tacca gialla e sporadici ometti, ma la salita avviene a “vista”…
Raggiunta la croce di vetta il colpo d’ occhio sulla pianura e su buona parte dell’arco alpino occidentale è impagabile.
Sosta fotografica e poi raggiunto anche la vicina e affollatissima cima principale.
Discesa lungo la via normale, assieme alla simpatica coppia di ex gulliveriani (leviedeinonni), gli unici, escludendo il sottoscritto, oggi ad aver salito la Bisalta dalla cresta NE.
Unica nota negativa Buck in difficoltà in alcuni tratti, tanto da doverlo tirare su letteralmente di peso…
Lezione appresa.