Bioula (Punta) da Eaux Rousses

Bioula (Punta) da Eaux Rousses
La gita
andrea81
4 14/09/2014

Una volta nella vita, è sufficiente. non che sia una brutta gita, anzi, ma la combinazione lunghezza+dislivello+laboriosità la rende piuttosto faticosa. Si può suddividere in 4 capitoli:
capitolo 1 Eaux Rousses-Orvieille: una bella passeggiata nel bosco, si sale con pendenza costante e moderata (certe volte un po’ troppo moderata, tanto che verrebbe voglia di trovare qualche scorciatoia), fino a sbucare nella bellissima radura di Orvieille. Io pensando di fare una furbata, ho preso su per dei prati che però mi hanno portato all’Alpe Djouan, da cui ho proseguito a mezza costa passando al di sopra della conca di Orvieille.
capitolo 2 Orvieille – inizio pietraia: dopo il lungo traverso, panoramicissimo, si cambia vallone, e inizia una fase monotona, con infinite serpentine si sale il pendio erboso abbastanza ripido compreso tra due canaloni detritici. Il sentiero pur essendo inerbito e poco battuto è evidente e comodo. Solo in corrispondenza dei canalini detritici, è facile perderlo (come successo a me di tanto in tanto) ma lo si ritrova facilmente (ci sono anche vecchi segni gialli). Poi quando si sbuca al colletto sovrastante… ecco una sconfinata pietraia da attraversare!
capitolo 3 inizio pietraia – colletto Fourquin de Bioula: la pietraia è abbastanza demotivante, anche perchè si vede la cima ancora molto lontana… bisogna seguire gli ometti che indicano la via migliore, anche se è abbastanza laborioso l’attraversamento. Per fortuna la maggior parte del pietrame è di grosse dimensioni e si riesce a saltellare da un masso all’altro. Conviene comunque stare sul centro andando a cercare i bordi morenici. Raggiunta una zona fangosa, ho intercettato una traccia che ripida ha iniziato la salita del versante erboso sotto il colletto, finchè mi è riapparso il sentiero di caccia, a tratti ancora molto bello.
Capitolo 4 colletto Fourquin – cima: dal colletto si nota la traccia che a mezza costa attraversa dall’alto la successiva conca di pietrame, ma per andarlo a raggiungere mi è toccata un’altra risalita su enormi blocchi, con il senno di poi conviene non raggiungere il colletto, ma 100 m prima salire su erba e passare a monte di questa fascia di pietre (si vedono ometti). Poi il traverso fino al canalone sotto una bastionata di rocce, qui il casco non fa schifo considerando che ci sono molti ungulati che scorrazzano. Io qui ho nuovamente perso il sentiero e sono salito al centro del canalone, molto faticoso, mentre la traccia si mantiene molto a sinistra, su terreno decisamente comodo. Ritrovato il sentiero poco prima di arrivare sul vasto terrazzo alla base del pendio-crestone finale, ma mancano ancora 200 m! I primi 100 si salgono facili sui resti della strada di caccia, anche qui molte serpentine, ma è meglio evitare scorciatoie. Nei 100 m finali invece la pietraia, instabile, prende il sopravvento e bisogna arrangiarsi sperando di arrivare in fretta in cresta. La cresta invece simpatica, permette di vedere la cima da sotto (sembra precipitare da un momento all’altro) e poi la aggira sul versante est; per arrivarci occorre usare le mani su alcuni gradoni. Sfortuna vuole che la nebbia vagante si sia addensata proprio nella mia permanenza in vetta, privandomi di parte del panorama.
Io sono salito in 4h15′, con un po’ di perdite di tempo causate da scelte di percorso non troppo felici.
La discesa invece si è rivelata molto meno peggio di quel che mi aspettassi, vedendo dall’alto il percorso si riesce a scegliere la via migliore, e fino alla grossa pietraia a quota 2800 m ho sempre camminato comodamente su sentiero. Poi la pietraia va attraversata alla bene meglio, e dopo giù col sentiero dalle mille giravolte (a metà ho rotto gli indugi e sono sceso da un canalino). Sceso dalla cima all’auto in 2h15′.
Non mi aspettavo di trovare molta gente, ma oggi i primi esseri umani li ho incontrati a Orvieille! Devo ammettere che il luogo è veramente ameno e selvaggio, ritrovarsi da solo da un lato è affascinante ma dall’altro lato mette un certo senso di inquietudine. Peccato solo per la nuvoletta in cima, perchè poi il panorama e gli splendidi giochi di luce di fine estate hanno reso l’ambiente spettacolare. La consiglio solo se fermamente motivati, altrimenti meglio andare altrove.
Segnalo la copertura Vodafone ottima e pressochè totale sul percorso, in particolar modo nella parte alta e in cima.

Link copiato