Partiti dalla Val Veny alle 3.30, risaliamo tutto il Miage fino a svoltare a sinistra dove la via verticalizza verso il Colle su cui è posto il Durier. Qualche passo su roccette e poi su un pendio ripido di neve, non banale ma neanche difficile. Nella zona si sentono continuamente scariche di ghiaccio e sassi. Arriviamo al Durier intorno alle 13 e inaspettatamente lo troviamo incustodito, pranzo e ci buttiamo in branda. Già alle 19 la radio ci trasmette da Chamonix il bollettino meteo lasciando zero speranze, perturbazione e temporali previsti per tutta la giornata successiva. E così sarà. All’1 ci svegliamo ed è impossibile anche solo uscire, per la pioggia e la grandine che stanno cadendo. Alle 5 le cose sembrano migliorate, colazione e con la prima luce attacchiamo verso la cresta, ma nulla da fare. Le condizioni peggiorano nuovamente e gli ultimi 400m fino alla vetta sono avvolti nella bufera. Decidiamo a malincuore di desistere, ed iniziamo una interminabile discesa fino a Saint Gervais, da cui in autostop e treno fino a Chamonix e da lì con la navetta rientriamo a Courma, sotto il diluvio.
Manco a dirlo, in compagnia del socio di sempre Spartacozzo!