Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella

Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella
La gita
franci92
5 07/08/2020
Accesso stradale
Sbarra della Val Veny! Consiglio di arrivare presto per parcheggiare più avanti possibile (e perché dopo una cert'ora, credo le 9 di mattina, arriva un addetto che non fa più salire, a meno che non riusciate a convincerlo!)

All’inizio, per accedere al Miage, potete scegliere di passare nel sentiero che costeggia sulla sx la Cabane du Combal e fare tutto il sentiero elevato sulla cresta morenica oppure procedere dritti lasciandovi sulla destra la Cabane du Combal all’incrocio delle vie e prendere l’altro sentiero più agevole che farà solo un pezzettino finale di cresta morenica. Scendete poi sul Miage, che sembra una pietraia ma è un ghiacciaio totalmente vivo. Lì consiglio di tenere la traccia segnata da ometti (cercherò comunque di caricare il mio file gpx con la traccia fino al gonella, noi abbiamo fatto tutta la cresta morenica), poiché più veloce, si può tagliare in alcuni tratti su neve (stando attenti ad eventuale presenza di crepacci) ed inoltre abbiamo notato come un bollino giallo della vecchia traccia, che passa più al centro, fosse all’interno di un grosso crepaccio.
Si attacca poi la neve prima dell’inizio del sentiero più pendente sul costone roccioso sotto al rifugio, che presenta tratti attrezzati (quì senz’altro mettere il caschetto per evitare craniate). Secondo nevaio (che in realtà è sempre ghiacciaio) più pendente e con traccia a zig zag per giungere alla seconda zona del costone roccioso, più impegnativa direi, sempre attrezzata con corde, catene, scalette and co (in alcuno casi si può passare in tratti più agevoli rispetto alla mia traccia quì, de gustibus). Noi abbiamo indossato fino al rifugio le scarpette da trail per evitare vesciche e dolori ai piedi, e ci siamo trovati bene! Devo dire solo che nel tratto di neve pendente tra i 2 tratti rocciosi sotto al rifugio, ho preferito tirar fuori la piccozza e usarla come corrimano per aiutarmi, mentre il mio fidanzato è andato su tranquillo con scarpette e bastoncini. Al ritorno avevamo scarponi e ramponi perché alle 6 del mattino con il rigelo è bella duretta e scivolosa.
Si arriva al rifugio.
Colazione ore 00:00, siam partiti per l’01:00.
Breve nevaio, poi sentiero tra le rocce, nevaio, sentiero tra rocce e si sbuca sul ghiacciaio del Dome, ad ora messo molto bene, non sono necessari zig zag strani, la traccia è evidente ed è per lo più un “dritto per dritto” fin sotto al colle des Aiguilles Grises. Qualche grosso crepaccio con ponti più lunghetti che lo fanno attraversare, tutti ben solidi nella notte. Al ritorno abbiamo notato che uno degli ultimi crepacci grossi ha un ponte di neve meno spesso degli altri, però sembra reggere bene (comunque star sempre attenti al ritorno se si scende di nuovo dal Gonella).
Per salire al colle consiglio spassionatamente di evitare ravanate in canalini nevosi come ho letto quì su Gulliver, e di usare la comoda corda fissa lunga una decina di metri (e eventualmente presente un chiodo per mettere un rinvio verso metà, nella parte più di placca se gradite). Al termine di questa c’è una sosta in cui vi potete comodamente assicurare e potete fare un mezzo barcaiolo per agevolare il secondo in salita (stesso per calare il primo in discesa se vi sembra più comodo… Per la discesa il mio ragazzo che è sceso da secondo non è stato comodissimo e, alla fine, ha dichiarato che non sarebbe stata scomoda una breve dobbia, ma sarebbe stata una bella perdita di tempo… Vabbè, de gustibus).
Brevissimo tratto nevoso e, al culmine (in cresta), si prende subito a dx la cresta rocciosa (abbiamo visto tracce che scendevano dall’altro lato su neve, boh… Sinceramente è tutta cresta rocciosa e non è neanche scomoda, ci si può far sicura a vicenda facendo girar la corda dietro a comodi spuntoni rocciosi).
Tratto di neve, poi altro tratto di cresta rocciosa, poi cresta nevosa più affilata per una decin di metri e via via più comoda. In vetta al Piton, da lì si va sempre dritti in cresta e si giunge al panettone del Dome du Gouter. Se volete fare la “punta” del Dome tenete la traccia sulla sx salendo al panettone, altrimenti potete tenere quella a dx, ma vi risparmiate poi solo 30 metri di dislivello positivo a dx rispetto a sx.
La traccia poi scende e risale nuovamente verso il bivacco Vallot, per poi proseguire verso la Cresta delle Bosses, sinceramente non così affilata come letto (secondo me molto meno del Piton), ma certamente l’ultimo pezzo dopo il Vallot si fa molto dislivello (500 metri circa alla punta del Bianco!!) con tratti abbastanza pendenti.
Arrivo alla punta del Bianco, bella ampia.
Discesa per l’itinerario di salita, abbiamo preferito fare 2 notti al Gonella per riposarci un po’ prima di ridiscendere in valle.
Per la discesa dal Colle des Aguille Grises non c’è nessuna calata su seracco come ho letto (giuro che mi stavo preoccupando anche per aver letto questa cosa assurda quì su gulliver), si scende da dove si è saliti, aiutandosi con la corda fissa e, se si preferisce, si può addirittura fare una dobbia con la comoda sosta lì presente, altrimenti come si vuole, ma nessun seracco.
Semmai siamo rimasti interdetti di giorno, durante la discesa, per aver notato una traccia che scendeva un 20 metri o che più a sx della corsa fissa fino alla gigantesca crepacciata terminale…. Consiglio spassionatamente di evitare, se finite nella terminale (o in un altro di quei giganteschi crepacci) non ne uscite più!! Occhio ad inventarvi percorsi…

Vento a folate, è vero. Ci ha accompagnato dal ghiacciaio del Dome in su, ma era più intenso sul ghiacciaio del Dome e verso il Piton.
Devo dire comunque totalmente accettabile, non una cosa da non stare in piedi. Ma io e fidanzato avevamo fatto un giro di “riscaldamento” in giornata di 3 punte sul Rosa la settimana prima con un vento fortissimo che allora sì ti tirava giù, quindi l’intensità del vento che c’era venerdì (e che per di più non era del tutto costante ma più a folate), non era così tanto forte per noi da non consentire una progressione sicura. L’unica cosa è stato il freddo dovuto alla presenza di vento (la temperatura di per sé era “calda” per essere sul Bianco), per cui ci siamo fermati mezz’oretta al Vallot a scaldarci, riposarci e vestirci più pesanti (fin lì baselayer, per me di lana e per lui traspirante, e hardshell). Ho avuto un problema di freddo alle mani (nonostante 2 paia di guanti) verso le Bosses e una fantastica persona (una guida di un altro gruppo che era a tavola con noi al rifugio), senza dir niente, si è tolta le muffole e si è messo un altro paio di guanti e me le ha date per farmi passare il freddo alle mani: grazie mille, che persone fantastiche che si incontrano alle volta in montagna!! Senza di lui che è stato così gentile e generoso non so se saremmo arrivati in cima con questo problema!

Al Gonella sono fantastici, si sta benissimo, tutto pulito ed igienizzato, buon cibo, atmosfera familiare.
Se uscite sul terrazzo il telefono prende (iliad) e anche benone!! Internet benissimo, whatsapp con anche chiamata via whatsapp etc.
Consiglio di arrivare verso l’ora di pranzo il primo giorno, se gradite provare a dormire un poco anche prima di cena! La salita al Bianco è lunga e richiede continua concentrazione (forse ciò che stanca di più), perciò è bene essere quanto più possibile riposati.
Via tutta alpinistica, tranne fino al Combal (da lì se prendete tutta la cresta morenica iniziate ad avere un’idea di quello che vi aspetta dopo), tratti esposti, richiesto passo sicuro, buon equilibrio e conoscenza di come muoversi su ghiacciaio, creste rocciose etc.
Vale la pena anche solo andare al rifugio, percorso interessante, fantastica vista sul ghiacciaio!

Ho tracciato con Strava anche la seconda parte del percorso, dal Gonella in cima e ritorno, peccato che si sia incasinata la traccia e non mi abbia tenuto gran parte del percorso!!

Ore 4:30 andando con calma dalla Visaille (sbarra) al Gonella.
Ore 7:30 dal Gonella alla punta del Bianco (con 30 min di pausa al Vallot) andando anche lì tranquilli, ricordatevi che dovete avere abbastanza energie e concentrazione per affrontare in sicurezza il ritorno, ancor più vero se riscendete come noi al Gonella: la salita, bellissima, è solo la prima parte!

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