Abbiamo lasciato la macchina alla sbarra di La Visaille, arrivati al Bar Combal abbiamo preso il sentierino che costeggia a sinistra il bar e risale fino alla cresta della morena che va percorsa tutta fino alla fine dove si incontra un ometto. Il sentiero è molto esposto su entrambi i lati. Siamo quindi scesi verso il fondo della morena per una traccia piuttosto ripida e ci siamo spostati verso il centro del ghiacciaio dove c’è una specie di cresta seguendo i (pochi) bolli gialli, degli ometti e una vaga traccia attraverso un mare di sfasciumi. Abbiamo percorso tutto il ghiacciaio fino ad arrivare all’inizio dei nevai dove si incontrano un paio di semplici crepacci e la traccia curva verso destra. Paesaggio maestoso e totalmente selvaggio. Abbandonato il ghiacciaio abbiamo risalito il costone ripido con qualche passaggio un po’ esposto e alcune scale / catene. Si attraversa un nevaio piuttosto esteso e si arriva al tratto con i canaponi sbucando dopo circa 5 ore al Gonella. La nostra strategia è stata non avere fretta per risparmiare energie per il giorno successivo.
Cena (ottima) alle 18.30, colazione alle 12, partenza di solito intorno alla 1 già legati e ramponati dal rifugio. Abbiamo attraversato un paio di nevaietti piuttosto esposti subito in partenza e poi siamo scesi verso il ghiacciaio dove abbiamo seguito una traccia piuttosto evidente che gira intorno agli enormi crepacci. Terminale completamente chiusa, siamo arrivati alla fascia rocciosa sotto al Colle delle Aiguille Grises. Qui ci sono due opzioni: o si arriva in fondo alla traccia e si risale una semplice placchettina (II) uscendo su orribili sfasciumi senza possibilità di protezione (noi abbiamo fatto così, lo sconsiglio e comunque non state sulla linea di chi sale perchè volano giù massi delle dimensioni di frigoriferi…) oppure qualche metro prima si risale una placca di 4/5 metri un po’ più difficile (credo III- / III) con discreti appoggi per i ramponi, poco per le mani, un chiodo sulla destra a metà dove la parete fa un diedro. Si esce in piano dove c’è un fettuccione con anello di calata utile al ritorno. Non abbiamo visto altre fettucce come riportato dalle relazioni precedenti. Siamo quindi risaliti fino al Colle e abbiamo percorso la cresta di roccia non particolarmente complessa (II) e proteggibile con fettucce o con la corda stessa fino ad uscire sul Pitons des Italiens. Da qui incomincia la cresta di neve piuttosto sottile ma divertente, prima su buona neve poi, nella seconda parte, con un po’ di ghiaccio sulla traccia verso il versante francese. Siamo sbucati su un pianoro dove poi tutto diventa più semplice e tranquillo, solo ancora molto lungo. Siamo passati sotto il Dome e ci siamo ricongiunti alla normale Francese dove -con forte vento e freddo acuto – alle 7.15 siamo arrivati in vetta dove miracolosamente il vento era praticamente assente.
Ripartiti alle 7.45 abbiamo ripercorso tutto il tracciato fino al Gonella dove siamo arrivati alle 12 precise. La discesa l’abbiamo affrontata con cautela soprattutto sulla crestina a causa del ghiaccio veramente poco simpatico e delle forti folate di vento, particolare cautela anche sulla parte di roccia dove il terriccio è infido e l’esposizione importante. Una doppia da 20mt al Colle (avevamo corda da 40) ci ha riportato sul ghiacciaio. Pranzo meritato, birretta, riposino e alle 16 siamo ripartiti per valle ripercorrendo il ghiacciaio questa volta su neve sul lato orografico destro (grazie a chi ha tracciato prima di noi) tribulando un po’ prima della cresta della morena per ritrovare la pista in mezzo ai crepacci.
Gita maestosa da affrontare con buona preparazione fisica, il giorno della vetta si fanno oltre 4.800 metri di dislivello tra salita e discesa. Consiglio inoltre di porsi dei “cancelli orari” volendo tornare al Gonella per essere tassativamente fuori dal ghiacciaio entro le 12, abbiamo visto buchi senza fondo… e comunque di non lasciare nulla al rifugio nel caso per qualsiasi motivo si volesse rientrare dalla Francia, sicuramente più breve e veloce.
Bellissima accoglienza al rifugio, il team che lo gestisce (tutto al femminile) è superorganizzato e pieno di energia, siamo stati proprio bene. Un grazie anche al fortissimo Socio Ale con cui ho fatto un lungo percorso di preparazione per questo obbiettivo che abbiamo centrato al primo colpo, e non è una cosa proprio comune.