Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella

Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella
La gita
agosnow
06/07/2019

Salita al rifugio: al bar del Combal non c’è nessuna palina che indichi l’inizio dell’itinerario per il rifugio. Il sentiero che sale sulla morena (quello a sx del bar) lo sconsiglierei perchè è scomodo scendere dalla morena sul ghiacciaio. Una volta sul ghiacciaio, si devono seguire i bolli gialli (pochi) e gli ometti che non sono molto evidenti nell’uniformità generale del colore grigio, comunque dopo un po’ si capisce ed intuisce l’itinerario. Ultimato il lungo avvicinamento sul ghiacciaio si deve affrontare il sentiero “attrezzato”. All’inizio si devono attraversare alcuni ripidi nevai esposti (il numero dipende dal periodo); dove la neve è assente il terreno, sempre ripido, è da affrontare con molta prudenza per la presenza di sabbia, pietrisco e detriti su roccia liscia. Difficile proteggersi e bisogna evitare assolutamente la caduta. Più avanti il terreno diventa più stabile, sempre ripido, molto esposto a tratti. Le parti attrezzate sono in uno stato manutentivo discutibile ed in corrispondenza del traverso più esposto la corda dal diametro inconsueto presenta la calza completamente tagliata ed i trefoli strisciano sulla roccia. Ovviamente non vedi lo stato della corda all’inizio del traverso, ma solo all’ultimo quando “giri l’angolo”, confesso che mi sono un po’ spaventato e l’ho fatto presente al gestore. La salita la rifugio è da affrontare con attenzione e da non sottovalutare.
Salita al Bianco: appena usciti dal rifugio ci sono attraversare alcuni nevai ripidi ed esposti (il facile sentiero forse c’è a fine stagione) dove è impossibile proteggersi e dove bisogna assolutamente evitare la caduta. Sul ghiacciaio ho trovato una traccia molto marcata, ma molto ripida e con graditi alti e scomodissimi che hanno reso la progressione scomoda e faticosa. L’uscita dal ghiacciaio sulla cresta è su una placca rocciosa dove è presente una fettuccia, semplicemente passata dietro uno spuntone di roccia, che aiuta molto. In questo punto la cresta è affilata e molto esposta: si passa sul versante francese con buoni appoggi per i piedi ed appigli per le mani. Si procede verso destra una ventina di metri su terreno esposto (difficile proteggersi), ma facile, poco sotto il filo di cresta, dopodiché si procede sulla cresta che non è troppo affilata. La traccia è sempre molto evidente. La pendenza è sempre elevata senza evidenti difficoltà. una volta raggiunto il Dôme du Goûter e scesi al Col du Dôme si segue la via normale francese.

Come già detto ho trovato la salita faticosa e scomoda su quasi tutto lo sviluppo a causa dei gradini troppo alti. Penso che questo sia dovuto al fatto che viene utilizzata la stessa traccia anche in discesa . Le condizioni descritte sono quelle riscontrate durante la salita e possono variare notevolmente nel tempo. Salita che richiede attenzione, assolutamente da non sottovalutare sin dall’inizio.
Trovato la capanna Vallot pulita ed in ordine. Il rifugio Gonella è accogliente e pulito. Le informazioni fornite dal gestore non si sono rivelate proprio “aggiornate”.

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