Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella

Bianco (Monte) Via Normale Italiana o Via Ratti dal Rifugio Gonella
La gita
giacca
4 07/08/2003
Traccia GPX
Taversata val Veny - BIANCO - Aiguille du Midi

1° GIORNO (giovedì 07-08-’03 da Val Veny 1.600 mt al rif. Gonella 3.071 mt)

Partiti dalla sbarra in circa cinque ore siamo al rifugio dove troviamo due gestori molto cortesi che ci preparano un’ottima minestra e spiedini alla griglia. In totale siamo una decina; questo per dire che è veramente poco frequentato (penso a causa del dislivello che lo separa dal Monte Bianco rispetto ai rifugi che si trovano sulle vie normali francesi).
Nostro malgrado scopriamo che alla partenza prevista intorno alle 00.30 saremo solo il mio socio Emanuele ed io.

2° GIORNO (venerdì 08-08-’03 dal rif. Gonella 3.071 mt al Dôme de Gouter 3.306 mt )

Partiamo come previsto intorno alle 00.30, quando ci troviamo sul ghiacciaio del Dôme siamo costretti, a causa delle condizioni, a seguire con moltissima attenzione la traccia e i paletti catarifrangenti. L’unico ponte di neve, che ci sottopone ad un rischio oggettivo è lungo più di venti metri e con la nostra corda della stessa lunghezza non riusciamo ad assicurarci. Dopo circa cinque ore ci troviamo sotto la parte più ripida che termina tra i due colli des Aiguilles Grises e di Bionnassay. Per superare questo tratto impieghiamo circa due ore poiché Emanuele ha qualche problema con la progressione su ghiaccio ed io sbaglio l’uscita. Siamo costretti così ridiscendere dal tratto roccioso e spostarci con un traverso di trenta metri circa a destra.
Arrivati in cresta superiamo velocemente il tratto su roccia fino all’affilatissima cresta di Bionnassay che attrezziamo per intero con chiodi da ghiaccio impiegando così un’altra ora. A questo punto con il sole già alto e data l’ora (10.15) decidiamo di trascorrere la notte al rifugio Gouter per salire l’indomani in vetta. Come ci aspettavamo, al rifugio non troviamo posto e siamo costretti a dormire sui tavoli del refettorio.

3° GIORNO (sabato 09-08-’03 dal rif. Gouter 3.819 mt al Monte Bianco 4.810 mt)

Dopo la notte passata sui tavoli facciamo colazione alle 02.00 e alle 02.30 partiamo incolonnati con un centinaio abbondante di persone sulla facile traccia decorata di escrementi di alpinisti che spoetizzano l‘ambiente, altrimenti fantastico, in cui ci sembra di poter toccare con mano le stelle (che non ho mai visto così numerose e vicine). Alle 6.20 circa dopo neanche quattro ore siamo sul tetto d’Europa, stretta di mano, alcune foto giro a 360° per rimirare il panorama che stranamente ci delude un po’ e si inizia la discesa, lungo la stessa via di salita. Alle 09.45 siamo nuovamente al rifugio Gouter e dopo aver messo in ordine gli zaini iniziamo rapidamente la discesa per attraversare il Grand Coluoir quando ancora non è lambito dal sole, per evitare le numerose scariche dei giorni precedenti di cui abbiamo sentito ampiamente parlare e che hanno provocato anche due vittime. Noi fortunatamente lo attraversiamo senza problemi, ma quando siamo in prossimità del Nid d’Aigle (2.364 mt) sentiamo un rumore provocato da una scarica di pietre, ci voltiamo e vediamo il classico fumo di polvere proprio sul Coluoir. Poco dopo arriva un elicottero che, dopo essersi abbassato, si rialza con una barella sospesa. Finalmente arriva il trenino del Monte Bianco che ci porta all’arrivo della funivia di Les Houches e da lì a Chamonix. La sera telefonando a Graziano ragazzo del Cai di S.Benedetto del Tronto che era ancora su al momento della scarica, ci comunica che le guide hanno bloccato la via e gli alpinisti sono stati fatti scendere con l’elicottero.

Avendo praticamente provato entrambe le vie ritengo, che se si ha una certa preparazione fisica che consenta di affrontare 1800 mt di dislivello a quelle quote e un’adeguata capacita tecnica nonché sicurezza di passo, la via da intraprendere per arrivare sul Monte Bianco deve essere quella italiana, perché più emozionante, più vicina ad un alpinismo di altri tempi, meno commerciale, più pulita e che permette di stare immersi in un ambiente la quale si presenta selvaggio ma fantastico, nonché per i più veniali meno costosa.

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