Bianco (Monte) Via Normale dal Refuge du Gouter

Bianco (Monte) Via Normale dal Refuge du Gouter
La gita
nordend4612
5 30/06/2019
Accesso stradale
Parcheggio a Bellevue dove parte la funivia.

L’itinerario dal Refuge du Gouter è molto discusso per vari motivi ma soprattutto perchè è obbligatorio avere la prenotazione (e arrivare entro le 17, pensa la nullità della stessa) presso il rifugio per potervisi recare e per salire il Monte Bianco.
Noi abbiamo prenotato il primo giorno di apertura al pubblico delle prenotazioni e in circa 30 minuti sono stati esauriti tutti i posti per l’intera estate!
La nostra salita è iniziata da Les Houches, prendendo subito la funivia fino a Bellevue e poi con il primo trenino fino a Nid d’Aigle (molto bello!). Consiglio di partire il prima possibile, l’itinerario è lungo e se si vuole attraversare il grand couloir non a ora troppo tardi, considerando anche il limite tassativo delle 17 per il rispetto della prenotazione, bisogna partire presto.
Dall’arrivo del trenino in circa 5 ore su sentiero e tratti innevati, siamo passati nei pressi del Rifugio Tete Rousse (posto di controllo delle prenotazioni) e poi abbiamo risalito la parete sottostante al rifugio.
Quest’ultimo tratto merita particolare attenzione; l’attraversamento del grand couloir è infatti uno dei punti più pericolosi delle Alpi.
Inizio col dire che il canale mi è sembrato molto più piccolo di quanto immaginassi tuttavia, pur non essendo particolarmente ripido è veramente molto pericoloso per la caduta di sassi. Noi lo abbiamo attraversato assicurandoci al cavo di sicurezza con la corda per evitare cadute in caso si venisse colpiti da pietre, dopodichè abbiamo risalito il lungo costone roccioso (via via sempre più ripido) che porta sulla cresta dove sorge il vecchio rifugio del 1960. A fianco il grand couloir ha scaricato molto spesso mentre il costone, essendoci solamente noi in salita, non ha visto scariche; l’ultimo tratto è ripido ma ben segnato e con parecchi cavi di sicurezza che aiutano la progressione e facilitano la sicurezza (tuttavia ho visto cavi dove personalmente non li avrei messi e assenza di cavi dove invece li avrei visti bene, specie con neve o ghiaccio presente).
Arrivati al vecchio rifugio si tratta di percorrere la cresta nevosa dell’Aiguille du Gouter fino al nuovo rifugio, distante una decina di minuti dal vecchio.
Trattamento molto buono al Refuge du Gouter (altro rifugio molto discusso come quello des Ecrins) rifugio pulito e di nuova concezione, mangiare valido pur non essendo da gourmet lo abbiamo apprezzato tutti. Personalmente ho apprezzato molto i letti con i separatori, invece delle camerate con i letti tutti uniti.
Unico punto dolente è l’odore maleodorante (proveniente dallo scarico sotto il rifugio) sempre presente….ma temo che in quella posizione e a quella quota non potessero fare molto meglio. In ogni caso si può sopportare.
Prezzi cari ma quello si sa, è un rifugio richiestissimo, sulla normale al Bianco e in un posto difficilmente accessibile….ci sta che non sia propriamente economico….volendo si può risparmiare sulla colazione (16 euro) ma bisogna portarsela nello zaino….
In compenso il panorama è straordinario dalla balconata…merita già solo per quello….vedere un tramonto da lassù non si dimentica!
Notte buona (dormito con finestra aperta per le alte temperature esterne) e sveglia alle 2. Colazione e alle 3 si parte già legati e ramponati dal rifugio.
Traccia ottima sul ghiacciaio (qualche buco inizia ad affiorare) e arrivo sul Dome du Gouter (32esimo 4.000) con i primi chiarori…pausa ad ammirare uno spettacolo incredibile che merita di essere visto una volta nella vita e poi si riprende sul traccione che, dopo una leggera discesa, riprende a salire fino alla Capanna Vallot e poi su, lungo la cresta sempre più affilata e molto panoramica fino in vetta al Monte Bianco.
Quest’ultima parte di cresta non presenta difficoltà particolari e, pur essendo molto stretta in certi punti, consente di affrontare gli incroci con cordate in discesa senza particolari problemi.
Arrivo in vetta assieme a tante altre persone alle 7 del mattino circa, panorama grandioso senza una nuvola, senza vento e con una visibilità pazzesca!
Foto di rito (anche con la bandiera della GEAT – Sottosezione del Cai Torino), abbracci e poi si comincia la discesa; decidiamo di effettuare la traversata, scendendo lungo l’itinerario dei trois mont blancs che avevo fatto nel 2005.
Nulla di particolare da segnalare, è tutto molto tracciato questo itinerario, tuttavia rilevo che rispetto a 14 anni fa il tratto di discesa dal col du Mont Maudit non presenta più l’ancoraggio per le doppie; c’è una lunga traccia in traverso che porta sul versante settentrionale del Mont Maudit (evitando grandi crepacci) e poi giù a goccia d’acqua fino al Col Maudit.
Questo tratto in traverso, data la neve molle della mattinata e il ghiaccio sottostante ci ha fatto un po’ penare e l’abbiamo percorso in conserva protetta (consiglio di portare delle viti da ghiaccio, cordini e il necessario per fare una sicura veloce).
Dalla spalla del Mont Blanc du Tacul discesa senza storia e rientro sotto un sole infernale all’Aiguille du Midi per prendere la funivia di rientro.
Ritorno quindi in funivia a Chamonix e di qui a casa.
Personalmente consiglio l’itinerario in traversata per poter apprezzare davvero la grandezza e la vastità del massiccio, rispetto a salire e scendere dallo stesso itinerario.

Dopo 14 anni torno sul Monte Bianco; questa volta però salgo dal classico itinerario francese del Refuge du Gouter con gli amici Paolo, Flavio e Sergio.
Arrivare in cima alla vetta più alta delle Alpi è sempre una grande soddisfazione e anche se l’avevo già provata rimane comunque emozionante compiere la salita al Monte Bianco. Panorami a perdita d’occhio e un’altra alba vista lassù che non scorderò mai.
Grandissima soddisfazione questo ritorno sul Bianco, per una via nuova peraltro (anche se non molto difficile), in compagnia di grandi compagni di tante avventure…..il mio ringraziamento va a loro per avermi coinvolto in questo loro progetto (da anni desideravano salirlo) e per avermi sopportato e supportato lungo tutto il percorso.
Un bellissimo ricordo, tra i più belli che ho della montagna, con alcune immagini che rimarranno indelebili nella mia mente.
Ora sotto con nuovi e grandi obiettivi!

Link copiato