Bianco (Monte) Sperone della Tournette

Bianco (Monte) Sperone della Tournette
La gita
rich47
5 02/06/2020
Accesso stradale
Percorrere tutta la Val Veny fino alla sua fine (sbarra che limita il traffico) qui si parcheggia a lato strada e si pro

Viaggio nella storia tra capanna Sella e M.Bianco. Partiti alle ore 05:30 abbiamo seguito per 30 min la strada asfaltata che diventa poderale fino alla località Combal. lì si devia a Sx e si arriva alla Cabane du Combal. Si consiglia di prendere il sentiero leggermente in piano a Sx della Capanna che costeggia le paludi del Combal per poi inpennarsi verso il ghiacciaio del Miage. Alla fine di esso si entra nel ghiacciaio e si prosegue per circa un’ora su detriti. Sì oltrepassa il ghiacciaio del Monte Bianco ,dove l’itinerario originale lo risaliva per andare al bivacco Q.Sella. Noi siamo andati oltre, per incrociare il ghiacciaio del Dome (rif.Gonnella) dove si intercetta il sentiero marcato da bolli gialli, già ben visibili da sotto. Si continua su sentiero e si può già intravedere il famoso Couloir a Y che conduce alla capanna Q.Sella. Le condizioni stabili del ghiacciaio ci hanno permesso di oltrepassarlo ben al di sotto del rifugio Gonnella. Arrivati ai piedi del Couloir iniziamo la salita oltrepassando agevolmente la terminale. Da qui si prosegue per circa 400m di dislivello tenendo il ramo di destra con uscita su roccia direttamente alla Capanna (visibile già dall’inizio del couloir).Ore 10 apriamo i battenti della capanna e diverse scritte sul legno delle finestre ci emozionano non poco…. per entrare in questo museo bisognerebbe pagare il biglietto! La capanna risale al 1885, ed è posta a 3370m di quota lungo la cresta sud ovest dei Rochers del
M.Bianco su percorso di quella che dal 1872 al 1890 era l’unica via normale italiana ancora oggi la più diretta. Al suo interno si trovano coperte, materassi e cuscini di recentissima produzione, 4 prese usb, 2prese accendi sigari, pannelli solari che alimentano le luci durante la notte, pentole e qlc posata. Non è provvisto di fornello e gas. La storia che trasuda la capanna e lo scenario “Montagna”, ci hanno permesso di rilassarci in attesa della cena anticipata. La sveglia sarebbe suonata alle ore 00.30. Ci svegliamo, facciamo colazione e siamo pronti a partire. Salutiamo il bivacco con rammarico, quasi fosse diventata casa… si parte! Guardiamo il cielo tutto stellato e i tre quarti di luna ci illumina la rotta. Appena sotto la piattaforma dell’elicottero si trova un’ometto che ci indica che da lì si scende per andare a prendere il pendio che sale verso il ghiacciaio del M.Bianco. In mezz’oretta siamo sopra il pendio, cambiamo assetto e ci allunghiamo per scendere di circa 100m nel ghiacciaio del M.Bianco ,aggirando probabili insidie, proseguendo leggermente verso sx in direzione dello sperone. Risaliamo un’altro pendio dove troviamo la sua terminale in ottime condizioni e senza problemi la oltrepassiamo. Da qui si continua su neve fino a circa 3900m e poi si inizia a scalare su roccia II – III aggirando sempre verso dx le difficoltà. A circa 4500m risaliamo un pendio nevoso, superiamo
un’altra facile terminale, e ritorniamo su roccia sempre abbastanza stabile grazie alle basse temperature! Ancora molto poco ed è quasi l’alba! Durante l’ascensione sulle rocce notiamo dei pezzisempreverso dx le difficoltà.A circa 4500m risaliamo un pendio nevoso,superiamo
un’altra facile terminale, e ritorniamo su roccia sempreabbastanza stabile grazie alle basse temperature! Ancora poco ed è quasi l’alba! Durante l’ascensione sulle rocce notiamo dei pezzi insoliti di lamiera e fili…ci chiediamo cosa fossero!!!Successivamente, dinanzi ad una pinta di birra scopriamo che proprio sulla Tournette il 3 novembre1950 sì schiantò un aereo del Air India partito da Bombay per Londra dove persero la vita 48 persone! Ore 06:00 siamo sulla cresta dei Bosses 4750m e da qui in 15min sì raggiunge la vetta del M.Bianco. Il sole è appena sorto, e avvolti nei suoi raggi godiamo di un stupendo panorama! Nonostante ciò ,fa freddo e così iniziamo la discesa. Non si vede nessuno oggi. Riscendendo sulla facile cresta che porta alla Cabane Vallot continuiamo sul Dome percorrendo il filo di cresta nevosa verso il colle dei pitones des italien. A tracciare una piccola parte della nostra discesa saranno una guida con il suo cliente che arrivavano dalla cresta di Bionassey. Il giorno prima durante la salita alla capanna Sella avevamo osservato l’itinerario per l’ipotetica discesa dal ghiacciaio del Dome. Arrivati ai Pitones des Italien dove si divide il ghiacciaio del Dome da quello di Bionassey intravediamo delle tracce di sci verso quest’ultimo e ci avventuriamo in questo itinerario. La parte alta del ghiacciaio si presentava piuttosto chiusa, ma perdendo quota diventava sempre più
tormentato e laborioso nell’attraversamento. Le tracce degli sci si sono completamente perse, ma con un po’ di aggiramenti siamo arrivati alle 9 all’ingresso del ghiacciaio del Miage per poi essere alle 10.30 alla nostra auto. Gita fantastica, che stimola e amplifica curiosità e spirito d avventura. L’ingaggio è amplificato da molti aspetti, dall’inizio alla fine, sopratutto perchè si è in un contesto selvaggio, dove i pericoli oggettivi sono “guai grossi”. La salita va affrontata con una buona preparazione aerobica!

Un grazie al contributo di Guide Alpine e alpinisti che cercano di rispettarlo,ma sopratutto un grande ringraziamento va fatto all’iniziativa promossa dal CAI Torino (proprietario), dal Club4000 (affidatario della struttura) e Cantieri d’Alta Quota (mediapartner). Il progetto è stato altresì finanziato dalla Regione VdA e dalla Banca Sella. Ringraziamo le info della G.A.Mario Ravello e il Vicepresidente del CAI Torino Osvaldo Marengo e Grazie Soprattutto a Nazza il mio super socio!!!

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