Salita grandiosa… Brenva un nome che riecheggia come musica nelle orecchie di un alpinista… Incontournable!
Non abbiamo seguito la variante Gussfeldt. Abbiamo ritenuto invece la via Moore originale (o quel che ne rimane dopo la frana) meno esposta a pericoli oggettivi (rispetto alla Gussfeldt, assai esposta ai seracchi del Col de la Brenva Couloir). E poi sognavo da tempo di scavallare il Col Moore, vera porta di accesso verso il regno della Brenva. La ricerca dell’itinerario dopo il colle, di notte, contribuisce a dare valore alla salita (il Gussfeldt ha un’accesso assai più evidente). Oltrepassato il Col Moore si mantiene un traverso ascendente verso sinistra (verso la Sentinella) poi si risale lo sperone vero e proprio sino ad uscire in cresta. La via è in ottime condizioni, tutta su neve sostanzialmente, con solo circa un centinaio di metri con ghiaccio affiorante nella parte alta prima dell’uscita.
Insieme a Chicco, questa salita ci permette di realizzare la nostra personale “trilogia” sul versante est del Bianco… Dopo il Couloir Jager al Mont Blanc du Tacul e la Kuffner al Mont Maudit, toccava a lei: la Brenva, il versante più grandioso del Bianco e forse anche il più pericoloso…
Seguito l’uscita diretta ai seracchi dopo il Pollice (monolite di granito) verso i Petit Rochers Rouges, sino in vetta al Bianco!
Un piccolo frammento di salita: poco dopo aver oltrpassato il Col Moore alle 2.00 circa del mattino, mentre al buio cerchiamo il nostro itinerario, un frastuono ciclopico paralizza le nostre gambe… attimi… lunghi e pesanti… è un seracco che crolla dalla Brenva solo un poco
più in là (dalla Poire). Dalla Brenva non è facile tornare sui propri passi… abbiamo dunque continuato cercando solo respirare un po’ più piano…