Bernina (Piz) dalla Diga di Campo Moro per il Rifugio Marinelli

Bernina (Piz) dalla Diga di Campo Moro per il Rifugio Marinelli
La gita
giancuni
4 03/05/2009
Quota neve m
2000

1 maggio- con gli sci in spalla sino all’aggiramento dello sperone quotato 2286 m. Molta neve nel vallone dell’Alpe Musella. Il rifugio Carate è completamente sommerso di neve. Valanghe spontanee appena cadute dai pendii rocciosi oltre la Bocchetta delle Forbici. Pernottamento al rifugio Marinelli.
2 maggio- raggiunto il canalone il tempo peggiora, risaliamo il pendio sin sotto le rocce dove inizia la ferrata, sono presenti altre comitive, per non ammucchiarci sulla via di roccia decidiamo di salire il pendio nevoso, con noi altre due persone, una la battezziamo “Pollicino”, lungo il canale dapprima semina un guanto, poi una racchetta e infine un rampone. Raggiungiamo il rifugio sotto una bufera, ci alloggiamo in attesa che passi per poi proseguire come da nostro programma. Nel rifugio altri come noi attendono per salire al Bernina. Nel primo pomeriggio una schiarita tra ampie follate di vento, decidiamo di salire. Giunti sotto la spalla rocciosa a quota 3889 si alza la nebbia e il vento, scendiamo al rifugio dove pernottiamo.
3 maggio- Alle prime luci risaliamo il pendio nevoso, l’assenza del vento e la bella giornata danno euforia a noi e alle altre persone che come noi anno atteso di ritentare l’ascensione. Lasciati gli sci sotto lo sperone roccioso, noi lo aggiriamo salendo il canalino nevoso per l’intasamento che si è provocato sulla parte rocciosa, viste le buone condizioni della neve rifacciamo lo stesso ragionamento per aggirare a destra sui pendii innevati la Punta Generale Perrucchetti, per non attendere in coda le cordate che la scavalchino. Ci ritroviamo sul filo di cresta dietro ai primi che stanno battendo la pista, e raggiungere la vetta ancora tutta imbiancata dalla recente nevicata. Una breve sosta, per poi lasciare il posto alle cordate in arrivo. Ritornati al rifugio e vista la bellissima giornata decidiamo di fare il giro dei Monti di Bellavista, dapprima risalendo alla base del bellissimo anfiteatro del pizzo Argient e Zuppo in un ambiente unico e insolito, per poi attraversare l’incastonato ghiacciaio pensile che conduce alla Forcola di Bellavista dove ammiriamo il Pizzo Palu. Ci lasciamo scivolare sulla Vedretta di Fellaria sino al passo Sasso Rosso e con bella sciata raggiungiamo il passo Marinelli (noioso il tratto pianeggiante). Troviamo ancora sciabile i pendii sottostanti, dobbiamo rimettere le pelli per raggiungere la Bocchetta delle Forbici dove ci riposiamo prima dell’ultima discesa. Arriviamo alla diga di Campomoro alle ore 19 circa, stanchi ma compiaciuti dell’ottima tre giorni.

Con Celso, Cesare, Lucio ottimi per la collaborazione e la compagnia

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