Bernina (Piz) Biancograt

Bernina (Piz) Biancograt
La gita
enzo51
5 26/07/2018
Accesso stradale
Nulla in particolare da segnalare

Cresta dalle belle linee, attraente estetica e famosa, ma emoziona gia’ molto meno il procedere sul filo da inizio a fine in costante esposizione. Gli spit collocati nei punti piu’ critici delle sezioni rocciose di sicuro aiutano e invitano a procedere in relativa sicurrezza. Un solo intoppo creato da una cordata svizzera appena attaccata la cresta, risolto con richiesta di permesso a lasciarci passare, immediatamente accolta. Giunti alla forcella tutto su neve con la terminale che si passa bene per un gradino di roccia interposto nel bel mezzo del crepo. Poi via fluidi in cresta con cordate decisamente piu’ avanti di noi ma anche altre a seguire dietro. La cresta nevosa non e’ che una scala dove basta ricalcare la traccia netta di tutte le cordate che giorno dopo giorno si avvicendano a salire questa linea molto estetica ed elengante dal fascino davvero unico. Piu’ complessa e meno divertente la sezione finale in roccia, che seppur attrezzata a dovere nei punti chiave, il suo attraversamento va fatto prestando estrema attenzione nonstante la roccia sia ottima, causa notevole esposizione da ambo i lati (parliamo del tratto abbastanza lungo che unisce il pizzo Bianco alla vetta svizzera del Bernina) Alcune doppie brevi aiutano a scendere da un paio di torrioncini pronunciati, e poi finalmente la soddisfazione di riposare piede e a distanza di anni su una delle vette piu’ celebrate delle nostre Alpi. Con un paio di doppie e il meteo in progressivo trmporaneo peggioramento, scendiamo dalla normale al Marco e Rosa a pomeriggio ormai avanzato.

Evitato di prendere il calesse visto che poi alla fine i tempi d’avvicinamento sono su per giu’ gli stessi, e non giustifica affatto i 20ch che bisogna esborsare per questo lusso, sacrificabile con un po’ di impegno in piu’ attivando il motore “gambe”. Migliore il trattamento sia a livello di qualita’ del cibo e piu’ economico di qua’ allo Tschierva che dall’ìaltra parte al Marco e Rosa, dove per la verita’ ci aspettavamo tutto il contrario, ma cosi’ non e’ stato. Servito cmq se non altro per almeno rientrare in possesso delle forze necessarie, per affrontare all’alba del nuovo giorno, l’eterno complesso e laborioso rientro via Fortezza (ci sono alcune brevi doppie ben attrezzate) su al Diavolezza con stancante (previo attraversato da parte a parte di tutta la Vadret Pers) risalita (270m di dsl) a prendere gli impianti giu’ a valle, e in ultimo il rilassante trenino fino a Pontresina dove anche questa intensa piacevole ennesima esperienza, entrando a buon titolo nell’album dei ricordi, ha termine. Scelta cosi’ motivata quella di tralasciare i Palu’ (uno cmq il piu’ orientale dei tre salito anni addietro), motivata dall’esigenza di essere a casa per una data ora
In ottima compagnia di Patrizio e Massimo da Firenze direttamente per la Biancograt, un sacrificio certo..di quelli che cmq si ritiene ne valga la pena!

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