Bellavarda (Monte) Cresta delle Torri

Bellavarda (Monte) Cresta delle Torri
La gita
enzo51
2 08/11/2018

Decisione maturata di intraprendere questo cresta, a seguito della rinuncia a salire una delle vie a caso alla rocca, per roccia ancora bagnata. Da subito le perplessita’ emergono al vedere di li a poco all’atto di pestare la prima neve, che non mi sarei divertito granche’ all’idea di voler comunque arrivare in vetta consapevole dei rischi cui stavo andando incontro, quando la montagna come nel caso di oggi viene a trovarsi nelle peggiori delle condizioni. Rimanere sul filo cosa piu’ logica con roccia bagnata e di conseguenza impraticabile, proprio non se ne parla. Resta l’opzione di procedere sui fianchi, che la neve scesa abbondante a rivestirli di bianco per intero, gia’ insidiosi anche quando asciutti per via di quell’ erba olina celata al di sotto a creare un piano di scivolamento perfetto, poi slavinette gia’ scese giu’ un po’ ovunque, non aiuta ne invoglia piu’ di quel tanto a procedere, conscio del fatto di trovarsi su un terreno a rischio con tutte le conseguenze che ne possono derivare nell’eventualita’ di una scivolata sempre possibile, quantunque equipaggiato anche se del minimo necessario per procedere con una certa sicurezza. Di fatto provvisto di ramponi prossimi alla rottamazione, ma non purtroppo anche di una piccozza che avrebbe aiutato e non poco, riesco bene o male a venirne a capo e veder trasparire in lontananza la croce, che mi stavo domandando dopo ore di lotta a non scivolare giu’ per zoccolo a formarsi un passo si uno no al di sotto delle suole, e cercare di capire nella nebbia a quel punto arrivata tale da ridurre la visibilita’ prossima allo “0”, dov’era finita. Nemmeno semplice come invece e’ d’estate, una volta in vetta intuire la discesa, nel difficile quanto vano tentativo di individuare qualche bollo di vernice giallo rosso, interamente sepolti nella neve (individuati i primi due soltanto, quelli piu’ prossimi alla croce), arrivata a quel punto vicino al metro di spessore. Con la nebbia per giunta arrivata a creare l’effetto whiteout totale, solo grazie a un po’ d’esperienza, ma anche a non poca fortuna, sono riuscito riprendere il controllo della situazione, e scendendo in un biancore totale dove cielo e terra erano diventati ormai una cosa sola, mi accorgo di aver sbagliato tutto sommato che di poco la traiettoria da seguire, relativo al tracciato del sentiero estivo che con un traverso a mezzacosta ho recuperato quando ormai a visibilita’ tornata buona non l’avrei a quel punto piu’ perduto. Il resto da S.Damenico a Lities col terreno ora non piu’ innevato cmq impregnato fradicio marcio d’acqua a scendere giu’ dappertutto, e tale anche in questa circostanza da richiedere sempre una certa attenzione. Non piu’ come sopra certo, dove i rischi erano indubbiamente maggiori e dove un gps avrebbe fatto la differenza ma anche tolto il piacere di vedere quanto ancora siamo capaci di cavarcela con mezzi propri che non siano nella fattispecie i moderni strumenti che la tecnologia mette a disposizione a dare quell’aiutino in piu’ che a volte ci puo’ anche stare..

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