Consapevoli del lungo giro ma consci che il sole ci avrebbe illuminato la giornata fino a tardi, per il weekend più lungo dell’anno, partiamo alle 8:10 da Carona, alla volta della parete nord del Pizzo del Becco, passiamo e costeggiamo tutto il lago di Sardegnana (sent. 211-213), percorriamo poi una poco visibile traccia in salita tra arbusti e prati, fino ad arrivare alla pietraia del versante nord, che percorriamo seguendo degli ometti. Conoscendo già le ccordinate dell’attacco (recuperate da questa traccia https://www.hikr.org/tour/post144874.html), prima di arrivare ai ben visibili massi enormi, descritti in tutte le relazioni, dopo i quali occorre procedere verso destra, già ai primi massi grandi ci dirigiamo in diagonale alla fessura di attacco, stando leggermente a sinistra del letto del torrentino che sgorga proprio dal nevaio alla base della via. E già qua occorre un’attimo arrampicarsi, con un avvicinamento di II grado (e qualche passo di III). Lungo il percorso incontriamo anche qua e là qualche chiodo. Aggiriamo senza problemi il nevaio e puntiamo all’evidente diedro camino della Calegari Rho. Pochi metri a destra della via c’è una sosta a spit con cordino, facente parte di un’altra via, e una scritta verde, ormai sbiadita ed illeggibile, con una freccia, che indica il diedro. Giungiamo all’attacco dopo poco più di 3h30. Cerchiamo di seguire la relazione dei Sassbaloss https://www.sassbaloss.com/pagine/uscite/becco/becco.htm ma evidentemente c’è qualcosa che non torna (è pur vero che la relazione ha 19 anni), le lunghezze dei tiri non ci sembrano corrette (arrivo sempre a 55m di tiro, a pelo con le corde, e la descrizione mai combacia), non troviamo le soste descritte, i pochi chiodi che vediamo (5 in tutta la via) non corrispondono a quanto descritto, le difficoltà non corrispondono mai (ma sempre inferiori al IV grado, max IV+. Tutti i nostri tiri iniziavano con la parte facile di III per poi concludere con i passaggi di IV, al contrario della relazione). Siamo costretti sempre a fare sosta su fessure con friend. Solo una sosta, alla fine del (forse) terzo tiro, è da costruire su spit, spostandosi senza problemi una decina di metri verso destra dal diedro e utilizzando la sosta della via affianco alla Calegari. Fortunatamente in via occorre sempre seguire l’enorme diedro e perdersi è difficile. Necessari assolutamente set completi di friend e nut, la via è tutta da proteggere, soste incluse e non ci metterei la mano sul fuoco che i pochi chiodi incontrati, arrugginiti e malconci, possano reggere un volo. Una volta in vetta, alle 17:30, siamo soli. Facciamo una veloce pausa, firmiamo il libro di vetta e scendiamo dal sentiero attrezzato con catene, verso i laghi Colombo, Casere, Marcio, Becco ed infine, con ancora la luce del sole, Carona, dopo una lunga ma soddisfacente giornata alpineggiante.
In allegato traccia gpx fino all’attacco della via