Dopo il tentativo andato a vuoto lo scorso anno, l’intenzione era ripetere il percorso senza neve residua con l’idea di trovarlo decisamente più abbordabile. Scelta sbagliatissima. La parte alta è una distesa continua di pietre, anche enormi, per oltre 300 m di dislivello, mentre in basso, dopo l’Alpe Crose, la bassa vegetazione arbustiva ed i folti rododendri nascondono numerosi rivoli e buche nel terreno che fanno cedere le gambe un passo sì ed uno no. Oltretutto la salita è esposta ad est, ed il gran caldo di oggi certo non ha aiutato. Morale: sono arrivato stremato sotto il pendio di salita alla cresta, a circa 2650 m e, dopo vari ripensamenti, ho preferito rinunciare. Discesa altrettanto massacrante e sotto un sole tropicale, con le mie malconce ginocchia di quest’ultimo periodo ad implorare pietà.
Via di salita poco remunerativa lungo questo percorso, si abbandona il sentiero segnalato troppo presto ed il tipo di terreno fuori traccia non permette una progressione decente, a questo punto molto meglio con la neve.
Nota di pregio, come sempre, alla Val Mondelli, luogo selvaggio di pace e serenità.
Gita in solitaria.