Barbustel (Rifugio) da Mont Blanc per il Col du Lac Blanc

Barbustel (Rifugio) da Mont Blanc per il Col du Lac Blanc
La gita
passo-dopo-passo
5 30/06/2015

Istituto Comprensivo Ivrea II, scuola secondaria di I grado “G. Falcone”, progetto Passo dopo passo.
Finalmente l’uscita tanto attesa, con pernottamento in rifugio! Quale modo migliore, finita la scuola, terminati gli esami, per mandare in vacanza anche Passo dopo passo?
La giornata si annuncia …issima (bellissima, caldissima, gasatissima). Terminati i preparativi (protezioni solari, berretti, bastoncini, alleggerimento di uno zaino, baci abbracci ai genitori, che ci hanno portato con le automobili a La Cort), alle 10.20 iniziamo a camminare, affrontando il ripido tratto di sentiero che porta al Lago Muffé. Breve merenda sulla riva del laghetto, quindi, chiacchierando, ammirando panorami e fotografando fiori, giungiamo al Colle del Lago Bianco, affamati a sufficienza per aggredire i panini portati da casa, sulle spalle ormai doloranti per il peso dello zaino. Momentaneamente rifocillati (“quando si mangia?” la domanda più frequente nelle due giornate), cominciamo a guardarci intorno e ci accorgiamo che un piccolo nevaio costeggia il sentiero, poco più avanti (ma quanto tempo c’è voluto, per notare la sua presenza?): qualcuno non può, giustamente, rinunciare a lanciare due palle di neve. Ripreso il cammino, alle 14.30 raggiungiamo finalmente il rifugio Barbustel, la nostra meta: il posto è molto bello e invita a una esplorazione, così ci liberiamo degli zaini e iniziamo a girovagare nei dintorni, soffermandoci a prendere il sole (qualcuno a pisolare) su una roccia al cospetto del Lago Bianco, ad osservare due coppie di “paperelle” che nuotano sulle acque del Lago Nero, a lanciare pietre nel Lago Cornuto, contandone i rimbalzi; c’è anche chi studia (studia? ma non sono finiti gli esami? non per tutti…). Verso le sei entriamo nel rifugio per prendere possesso della camerata a noi destinata, darci una rinfrescata e, ovviamente, cenare! Non da soli, però: mentre siamo alle prese con il secondo primo (sembra un gioco di parole, ma le penne al ragù di salsiccia sono tanto buone che facciamo tutti un abbondante bis), il gestore del rifugio ci invita a guardare dalla finestra, in silenzio (facile a dirsi…). Sorpresa! Altri ospiti cenano a pochi metri da noi, due camosci che brucano l’erba in assoluta tranquillità. Mentre attendiamo che si allontanino, terminiamo la cena, abbondante e gustosa (grazie ai gestori Naldo e Lorena!), poi riallacciamo le stringhe degli scarponi e concludiamo la giornata esattamente come l’abbiamo iniziata, camminando. Solo due passi, accompagnati da una splendente luna quasi piena che fa capolino tra gli alberi, sopra una cima.
Trascorsa la notte, diamo inizio a una discesa che sembra non finire mai, in ambienti sempre diversi, sempre fantastici nella loro bellezza. Grandi rocce montonate, un elicottero che sembra tentare un atterraggio non lontano da noi (?! Con tutto lo spazio che c’è…), radure da fiaba, prati, alpeggi, ponti che attraversano ruscelli impetuosi, ancora un lago (il Lago della Servaz; “sì, si mangia”; qui le pietre sono piatte e rimbalzano che è una meraviglia!), un bosco che si fa più fitto… fino a che, dietro una curva nei pressi di Veulla, incontriamo il gruppo di genitori che ha dato la disponibilità per venirci a prendere. La gita è finita, saliamo sulle automobili portando con noi tante emozioni, articolazioni e scottature più o meno doloranti (ma senza un cedimento: grandi!), tante foto, tanti ricordi, tante cosa da raccontare, ma anche un pizzico di amaro in bocca. “Ne facciamo un’altra così?”, “di cinque giorni!”. Chissà…
Grazie. Grazie a tutti i partecipanti (un gruppo bellissimo), grazie ai nostri “autisti”, senza i quali non avremmo potuto concretizzare questa uscita, che qualcuno sognava già dallo scorso anno; grazie ai gestori del rifugio, …

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