Occorrono due giorni per completare il giro. Il rifugio posto in alto, consente di suddividere gli sforzi, (a dir poco notevoli, che una traversata di siffatte proporzioni richiede all’alpinista anche piu’ preparato), inpensabili in giornata. Una traversata irta di ostacoli, che ha richiesto un attento e continuo studio del miglior percorso da seguire, con diverse brevi doppie in corrispondenza di selle, una quantita’ davvero incredibile. Frequenti uscite dal filo dove la roccia e’ pessima, con traversi da effettuare in conserva protetta sempre in forte esposizione. Come incredibile il numero delle cime toccate, che se calcoliamo anche le tre ultime (pero’ facili) delineanti la vetta del Dome, arrivano ad un numero cosi, di ben 11, per la gioia dei collezionisti. In cifre 9.15 le ore per la sola cresta, oltretutto pure in cattive condizioni dopo l’ultima neve caduta a complicare ancor di piu’ le cose nell’ultima parte della traversata, la piu’ difficile, che unite ai tre quarti d’ora dal rifugio al colle piu’ l’altrettanta eterna discesa ad anello, son ben presto diventate 15. Un bel banco di prova per chi volesse cimentarsi in un impresa simile in futuro dal momento che la gita ormai e’ postata, e quindi al servizio di tutti gli ormai 14mila iscritti che aspettano anche di vedere cosa fanno gli altri, (non e’ per caso questo il fine per il quale il sito e’ stato creato, oltre a quello di fornire informazioni..?), tanto per provare cosa vuol dire fare alpinismo d’altri tempi quello vero..dove il rischio fa anche e, ancora parte del gioco. Impresa questa della quale nutro forti dubbi verra’ ripetuta in futuro, destinata cosi’ com’e’ a rimanere confinata nella sfera dell’oblio per il troppo impegno richiesto un po’ a tutti i livelli.
Con Franco e il giovane e forte Pablo.