- Accesso stradale
- Ok
Torniamo su questo itinerario dopo circa un mese, infatti in quell’occasione il repentino cambio del meteo ci aveva consigliato di tornare indietro, proprio appena giunti all’attacco della cresta. Oltre il danno anche la beffa, ormai quasi al parcheggio dopo un’oretta di pioggerellina, il cielo si era fatto di nuovo sereno.
Oggi invece il meteo è a prova di bomba; raggiunto il Colle dell’Aver abbiamo percorso per intero la cresta (consiglio questa soluzione per arrivare alla sella descritta nel libro di Parodi: dal colle si perde veramente poco tempo per raggiungerla e si ha un comodo sentiero di accesso).
La cresta l’abbiamo affrontata tutta in conserva protetta usando friend e cordini, molti blocchi instabili anche grandi come lavatrici (tastare bene gli appigli). Le difficoltà aumentano nel finale dove l’esposizione, sul filo, si fa più accentuata tale da consigliare l’imbocco di alcune cengette erbose che richiedono molta attenzione, noi per stare tranquilli abbiamo fatto due brevi tiri. Nel canalino che porta all’ultima sella fuori da ogni difficoltà, è presente un cordone ancora in buono stato per eventuale calata, ma si può tranquillamente disarrampicare (II+).
Una volta in cima abbiamo ancora traversato verso le altre due elevazioni, poi discesa al Colle dei Morti e in breve rientro all’auto.
Con la bella compagnia della simpatica Rosetta, socia perfetta per questi itinerari selvaggi e dimenticati.