- Accesso stradale
- Ultimo tratto su sterrato abbastanza in buone condizioni come fondo a monte della borgata Viviere. Si lascia l'auto in un piccolo spiazzo pochi metri oltre i cartelli segnavia per il colle Enchiausa.
Volendo si puo’ sfuggire a tutte le difficolta’ in qualsiasi momento, una qualvolta giunti al Colle Enchiausa, dove si abbandona definitivamente il sentiero per prendere a salire sulla dx un erto canalino detritico che porta ad una spalla, da dove un pendio stavolta erboso conduce alla dorsale tra le due cime dell’Auto Vallonasso. Ma noi non siamo venuti fin quassu’ per giusto camminare soltanto.
Sfruttato quindi quel poco che la breve cresta alla nostra destra aveva da offrire, ad arrivare all’anticima (con croce), per far saltare fuori quella PD come qui su questo post e’ stata valutata, diversamente riconducibile senno’ alla stregua di una F, F+ massimo.
Paretine, canalini, e qualche vago passaggio aereo in cresta all’ombra dell’imponente north face dell’Oronaye, tolto il vento a soffiare non forte ma gelido tutto il tempo, ci hanno portato a non essere pentiti della scelta fatta di venire qui in alternativa all’Oronaye per la cresta est, impensabile oggi con questo ventaccio, per quanto interamente spoglio da neve, non c’e la saremmo goduta affatto.
Usato una mezza da 20m e protezioni veloci di misura media che in pochissime occasioni. I passaggi quei pochi appositamente cercati, sono ben dritti ma brevi nella sostanza.
A ventanni esatti dalla prima volta qui su questa montagna cio’ che non e’ mutato rispetto allora e’ il vento, quel vento che ti sospinge a fare le cose sempre un po’ di fretta, al punto che scalare smette di essere un piacere, e il paesaggio piu’ di tanto non te lo puoi godere perche’ devi scappare, anche con un sole a palla. Se non altro non c’era neve da pestare questa volta.
Come sempre in ottima compagnia di Rod.