Conviene parcheggiare l’auto dove finisce l’asfalto della strada che porta a prato Ciorliero, sia perché poi la strada diventa leggermente più sconnessa, sia perché dopo 5 minuti bisogna comunque abbandonarla per imboccare, sulla destra, il sentiero segnalato S9.
Sul percorso si incontrano varie deviazioni, occorre seguire sempre il sentiero S9 fino a circa 2450 metri. Dove il sentiero piega nettamente verso sinistra, lo si abbandona per risalire sulla destra un valloncello a fondo erboso/detritico, percorso da una labile traccia e molti ometti. In alto si vede un grosso masso che divide il valloncello: bisogna contornarlo a sinistra (tratti di fine detrito un po’ insidiosi) per poi ritrovarsi su un pendio erboso facile da risalire ma molto ripido.
Con un po’ di fatica si raggiunge l’anticima, dove appare la cima vera e propria in tutto la sua bellezza e particolarità.
Per raggiungere la cima occorre affrontare la cresta con un po’ di attenzione per l’esposizione ed il terreno un po’ friabile.
Sembra ci siano più vie percorribili, noi abbiamo seguito gli ometti qualche metro sotto il filo di cresta, e con un po’ di cautela in alcuni punti, soprattutto per il detrito mobile, abbiamo raggiunto la vetta senza troppe difficoltà.
La vista ripaga ampiamente le fatiche della risalita fuori sentiero. I giganti della val Maira sono tutti li, ben in mostra. Più in basso, Chiappera ed il gruppo Castello-Provenzale. Un grazie a Stefano che, con la sua determinazione, ha permesso la felice riuscita della gita.