ATTENZIONE! La discesa è stata un po’ modificata.
Dalla croce di vetta conviene fare un tiro di corda seguendo i bolli verdi, che superano un cavo d’acciaio per calata (conveniente, credo, solo se più avanti la cresta è molto ghiacciata), arrivando a una sosta di calata inox (il “secondo cavo” citato nelle relazioni è caduto per cause ignote alla base della parete N, chiodo compreso, e attualmente è a casa mia). Dalla sosta una doppia di 35-40 m (non 30-35!) porta alla cengia che si segue al colletto, dove si incontra un’altra sosta inox. NON USARLA PER CALARSI NEL SOTTOSTANTE CANALINO (finireste in una zona marcia come ho fatto io!) ma per assicurarsi seguendo i bolli verdi per una decina di metri. Si arriva a uno spit con maillon (e, se non l’hanno levato, un cordone di rinforzo che ho lasciato sullo spintone sopra), da cui calarsi o disarrampicare (facile, esposto all’inizio) seguendo uno stretto canalino che scende obliquamente verso il colle. Dal colle inizia il sentiero, evidente.
Il primo tiro l’ho spezzato in due (alla cengia) per evitare troppo attrito. Nel penultimo non fermarsi alla prima sosta che si vede a sinistra, ma proseguire come da relazione fino alla sosta con 1 fix e 1 chiodo.
Utili 10 rinvii, un paio di cordoni per gli spuntoni, 2-3 friends per fessure 1,5-5 cm, anche per rinforzare la sosta dopo il trasferimento.
Non sottovalutate il tempo occorrente per la discesa!!
Gradi giusti, molti passi “duri” sarebbero azzerabili
Roccia molto solida per essere un calcescisto, ma è pur sempre un calcescisto…