Arpisson (Tete d’) da Valpelline per la Comba di Arpisson

Arpisson (Tete d’) da Valpelline per la Comba di Arpisson
La gita
marco-levetto
5 09/03/2014
Accesso stradale
strada pulita
Osservazioni
Visto valanghe lastroni esistenti
Neve (parte superiore gita)
Farinosa ventata
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
900
Equipaggiamento
Scialpinistica

Con Enrico Pessiva e Daniele Caneparo

Uno di quei gitoni che si ricordano per una vita.
Relazionarne qui spettava di diritto al promoter della salita, Daniele, che ormai ha collezionato nel pedigree ogni sorta di titolo onorifico (già Sir, rumors attestano recenti colloqui riservati con il Vaticano per il conferimento del titolo di Sua Eminenza)…

Si tratta in effetti di un itinerario poco noto e frequentato, ma la cui bellezza e regolarità dei pendii, unitamente allo sviluppo e al selvaggio isolamento meritano di essere segnalate come una delle grandi classiche della zona.
La prima parte si giova in salita della progressione sulla ripida mulattiera nel bosco, più redditizia. Viceversa in discesa, a seconda delle condizioni di innevamento, potrebbe essere sfruttabile con maggior comodità la carrozzabile (come abbiamo fatto noi oggi).
Seguono ameni pendii fino all’Alpe Foillou, da cui abbiamo deviato verso est per portarci nella diramazione di sinistra del vallone di Arpisson, alla base della nostra cima, avendo giudicato la bastionata che sostiene il Lago di Arpisson, posto nella conca principale del vallone omonimo, sovrastata dalla Becca di Viou, troppo a rischio odierno di valanghe (quest’ultima sarebbe stata la nostra méta prevista inizialmente).
I pendii suddetti che abbiamo dunque risalito in direzione del Col Foillou (in caso di neve dura potrebbero essere utili i coltelli) portano nel vallone superiore, grandioso e selvaggio ma anche solare come pochi, perfetto per lo sci. Man mano che ci si alza spunta tutto: Bianco, Velan, Combin, tutta la testata della Valpelline, Cervino, alcuni 4000 del Vallese…
Le difficoltà si concentrano in prossimità del castello sommitale. Il traverso sotto le rocce, da dx verso sinistra, in direzione della cresta spartiacque a est della punta, è su pendio ripido, oggi secondo noi in condizioni di sicurezza accettabili. Segue un breve tratto di misto, non difficile (II-III), ma ripido anch’esso , un po’ esposto nella prima parte (non stare troppo a sinistra verso sud), su roccia di non eccelsa qualità, sul quale i miei soci, con il bagaglio tecnico che si ritrovano, ovviamente passeggiano, ma che per le persone normali come me necessita già di tenere le antenne diritte.
Dalla vetta è un’immensità a 360°.
Poi, ridiscesi al colletto e calzati gli sci, è iniziata un’orgia di farina per 500mt ininterrotti (quotazione a stelle fuori scala), cui seguono pendii di neve più pesante/trasformata sempre ben sciabili, e ancora tratti inaspettati di farina più in basso, al di sotto delle grange Foillou.

Allegro finale in pizzeria a festeggiare la prossima canonizzazione del socio…

Aggiungo foto (sì, lo so, mi sono fatto prendere la mano…)

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