Abbiamo percorso i 60m della prima lunghezza probabilmente passando dalla variante del 1967 di Quendoz-Cardellin (trovato un cordino vecchio e la sosta sommitale a spit); da qui andando per una decina di metri a sx abbiamo reperito la placca ascendente a dx che porta alla seconda sosta (due spit sul percorso); la terza lunghezza in diedro è il proseguimento naturale della precedente (due spit sul percorso); la quarta si sviluppa su spigoletto non sempre solidissimo (non farsi tentare da un cordone rosso a dx; due spit sul percorso); la lunghezza successiva attraversa il canale-camino verso dx e termina in una sosta a cordoni su spuntone; proseguendo sulle placche di dx del canale abbiamo reperito una vecchia sosta su chiodi. Da qui, sbagliando, abbiamo riattraversato il canale a sx rimontando fino al filo di uno speroncino e raggiungendo la sosta della moderna via “Dell’amicizia” (roccia instabile a tratti). La via corretta risale sopra la sosta a chiodi fino al filo di cresta( senno di poi). Abbiamo raggiunto la cima salendo le ultime due lunghezze della suddetta via moderna più conserva nelle placche finali. Considerare circa 5 ore di salita e portare con sè friend medio-grandi ed eventualmente chiodi a lama che su questa roccia rimangono il metodo di assicurazione migliore.
Abbiamo effettuato la discesa dalla cresta nord con tre doppie: sconsigliato per l’alta probabilità di incastro; meglio le doppie sulla via “Oriana”.
Itinerario bello, su roccia molto buona ma piuttosto poco protetto.
In compagnia di Fabiodalladietabilanciata e Veronicalavalligiana in una giornata moolto ventosa.