Gita lunga ma di grande soddisfazione, in ambiente maestoso. Senza particolari difficoltà tecniche, ma da non sottovalutare per i numerosi passaggi in esposizione ed il pietrame instabile. Dal passaggio del Porco in su molti ometti nell’infinita pietraia e qualche bollo di vernice rossa sbiadita. In parete non ci sono passaggi obbligati, ma conviene seguire il sistema di cenge che conduce fin sotto la vetta. Caschetto ovviamente tassativo, per maggior sicurezza utili 20 mt di corda da utilizzare nei tratti più esposti.
Giornata stupenda e molto calda, troppo calda. L’acqua sul percorso si trova solo al parcheggio e alla fontana sulla strada che porta alla diga, poi più nulla. Il bacino del Chiotas è decine di metri sotto il livello massimo, ed anche il lago Brocan sembra ridotto ai minimi termini; quasi del tutto spariti i nevai, anche sul Gelas. Il cambiamento climatico è una realtà. Vorrei ringraziare chi ha deciso e finanziato, e soprattutto chi ci lavora, per la magnifica risistemazione del sentiero che dalla diga porta al colle del Chiapous (attività ancora in corso). Muretti a secco, lastricati di pietre, spianature accurate, cunette con fondo e pareti fatte di pietre squadrate, non un goccio di cemento o altri materiali: un lavoro alla vecchia maniera (la migliore). Uno stile che ricorda le mulattiere di caccia del Re dei tempi passati: se si vuole qualcosa di buono e duraturo si può ancora fare, nonostante tutto.
Con Mauro e Manuele.