- Accesso stradale
- nessun problema, strada pulita
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Polverosa
- Neve (parte inferiore gita)
- Polverosa
- Quota neve m
- 1000
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Approfittando della breve tregua offerta dal maltempo di questi giorni siamo saliti all’Aquila, scegliendo la classica partenza dall’Alpe Colombino per la maggior sicurezza di questo itinerario rispetto a quello che parte da Forno di Coazze, in considerazione del rischio valanghe marcato. Il piazzale del parcheggio è occupato dagli Hell’s Angels che si sono spinti fin lì per un raduno con le loro Harley Davison, dimostrando di non patire il freddo e di non temere i rischi delle strade innevate. Si lascia la macchina in un più piccolo spazio allestito poco prima. Buon numero di sci alpinisti sul percorso, molti meno i ciaspolari. Presenti anche alcuni cani. Visibilità sempre buona, ma le sporadiche aperture vagheggiate da Nimbus non si sono viste e prima di mezzogiorno in vetta nevischiava. La bella cresta finale si percorre sci ai piedi fino alla croce di vetta. Discesa bellissima, su neve farinosa e in molti tratti ancora intonsa dalla punta dell’Aquila all’Alpe Colombino. Massimo divertimento e ripellamento obbligatorio nella parte mediana (fino al rudere della stazione intermedia dei vecchi impianti al Pian delle Lese) per le condizioni eccezionali. Degno finale con un’ottima pizza al ristorante del piazzale dell’Alpe Colombino. Con Luca.