Credo che sia la via più brutta che abbia mai fatto….L’unica stella è dovuta al panorama e all’ambiente circostante poiché la via è più che altro una maratona tra l’erba e i licheni… Essendo una via definita alpinistica non si pretende certo una roccia fantasmagorica ma soprattutto nei tiri più difficili (oltretutto di placca e niente affatto entusiasmanti) la roccia è spesso ricoperta di simpatici ma inconsistenti licheni che si sbriciolano sotto le scarpette….Inoltre essendo una via non di alta montagna credo che rendere la segnaletica per l’avvicinamento in mezzo al bosco un tantino meno evanescente non sarebbe una brutta cosa e forse agevolerebbe le ripetizioni (anche perché qui i sentieri non hanno indicazioni). Su un grosso masso dove si cammina abbiamo trovato vecchi indicazioni per l’attacco originale, ma sfido chiunque a trovarlo tra la folta vegetazione e i blocchi! Valutazione TD eccessiva, io la trovo D+. Il tratto più bello a mio avviso è il diedro del 13° tiro. Consiglio di fare in conserva i tiri di terzo se no portatevi da bivaccare…Relazione imprecisa: 1) a Vecheres bisogna lasciare la strada “principale” e svoltare a sinistra all’unico bivio (indicazioni per Prè assenti!); 2) durante l’avvicinamento, quando si giunge alla baite, salire verso l’arrivo del cavo di acciaio e reperire il pessimo sentiero dietro di esso; 3) in discesa, quando si lascia la sterrata e si gira a sinistra sotto il muro di contenimento non deviare poi a sinistra (in piano) quando il sentiero inizia a scendere ma proseguire in discesa; 4) il sentiero, zigzagando, giunge e delle baite in parte ristrutturate: da qui inizia subito la strada asfaltata di recente.
Un grazie al Carappa che sebbene non troppo allenato ha tenuto duro in questo viaggio apocalittico…(PS: viva i rododendri!)