1.5Km
E' anche in funzione un bus navetta che collega Pragelato al bivio per il Rifugio Troncea (anno 2025)
Dal posteggio di Laval, si prosegue seguendo il tracciato della strada sterrata che costeggia il Chisone, si incontrano alcune fontane ed aree picnic. Giunti al bivio per Troncea, lo si lascia a sinistra per proseguire in piano sulla pista di destra, sempre seguendo le varie indicazioni per Colle Fauri, Alpe Mey, Col Clapis.
Superata una fontana, la strada si alza rispetto al corso del torrente per superare una gola più stretta, che precede l’ingresso nella parte mediana della valle, che si allarga in corrispondenza della località Landeniere, dove si trova una sorgente con fontana.
Continuando ancora per la sterrata, si arriva in vista dell’Alpe Mey. Non la si raggiunge attraversando il torrente, ma si prosegue sulla destra seguendo le indicazioni per Col Clapis e Sorgenti del Chisone. Ci si alza gradualmente sul costone con tratti boscosi, fino ad arrivare al bivio dove sulla destra si stacca il sentiero 319 per il Col Clapis in una zona con alcune sorgenti ed un ruscello da attraversare.
Si supera un crinale erboso abbastanza ripido, al termine del quale il vallone si allarga e diventa più dolce. A 2550 m circa si incontra una sorgente dove è presente una fontana con vasca in legno (ultima acqua “certa”).
Si compie successivamente un ampio semicerchio da destra verso sinistra per aggirare una zona pietrosa, e poi ci si alza per dossi raggiungendo un bel poggio erboso dove era collocato il Bivacco Clapis 2750 m, di cui resta visibile solo il basamento in cemento. Si affronta ora l’ultimo pendio che adduce al colle, superando una breve rampa su una fascia erbosa in mezzo ai detriti, e poi una piccola valletta superiore fino al colle 2841 m.
Da qui per salire al Monte Appenna, si segue la facile traccia che si snoda tra i detriti del versante nord-ovest della montagna, intercettando il sentiero proveniente dalla Val Troncea. Giunti ad un ometto che ne segnala l’anticima, non resta che percorrere il crestone con alcuni elementari affioramenti rocciosi fino alla cima 2979 m, protesa verso la testata Val Troncea.
Ritornati al Colle Clapis, per proseguire nel giro ad anello (richiesta buona visibilità in quanto non c’è sentiero) si scende lievemente sul versante della Valle Argentera, iniziando un lungo traverso. Inizialmente si deve attraversare una vasta pietraia di colore chiaro costituita da enormi blocchi (occorre individuare la zona meno caotica), successivamente il terreno diventa di erba e qualche detrito. Conviene portarsi a circa 2700 m dove si trova un lungo terrazzo erboso, che taglia le pendici del versante sud-ovest della Punta Fauri sud. Terminato l’aggiramento, si incontra una vaga traccia di sentiero che affronta un traverso ora su sfasciumi (evitare di scendere ulteriormente ad una conca sottostante), ci si innalza attraversando il pendio un po’ franoso ma breve, giungendo ad una spalla contrassegnata da un ometto. Da qui affiora una traccia un po’ più marcata, che con serpentine risale il costone di terra ed erba fino a raggiungere il Colle Fauri sud 2857 m.
Ora, per raggiungere la Punta Fauri sud ci sono due opzioni:
la più comoda è scendere 20 m lungo il sentiero verso il Lago Fauri, dove si nota a destra un esteso un terrazzo di pietrame e detriti, con alcuni ometti che indicano di proseguire verso est, tagliando le pendici della montagna. Sfruttando questo ripiano ci si alza gradualmente scegliendo le zone più agevoli (il pendio è ricoperto di rocce rotte e sfasciumi senza alcuna difficoltà), ci si porta sotto la verticale del grosso ometto di pietra della cima, ben visibile, un centinaio di metri più in alto.
Sfruttando una sorta di lingua detritica, ancora in diagonale da destra verso sinistra, si giunge sul crinale est a poca distante dalla cima, che si raggiunge senza difficoltà.
Nel caso invece si voglia percorrere dal Colle Fauri il crestone che porta in cima, il percorso è leggermente più impegnativo. Per tracce di sentiero in brev, si raggiunge un salto che si discende facilmente per un breve camino (2 m II-), oppure aggirandolo ai lati, quindi si riprende sulla cresta di rocce rotte fino al segnale di pietre della vetta.
Ridicesi al colle Fauri o in prossimità di esso, la discesa prosegue nel bel vallone sottostante, seguendo il buon sentiero segnalato con paletti di legno e alcuni vecchi cartelli in lamiera dipinti di bianco/rosso.
Rapidamente si arriva al bel Lago Fauri 2787 m, quindi scendendo dolcemente per dossi e avvallamenti si arriva ad un vasto ripiano erboso dove si incontra il bivio per il Lago Nero a 2650 m (a destra, deviazione di 15′).
Si continua in discesa, via via più ripida, costeggiando dall’alto il solco del ruscello, fino a raggiungere un piccolo pianoro erboso, che precede una più ripida discesa nel rado bosco di larici, dove si incontra anche un breve tratto attrezzato con cavo metallico per superare una modesta fascia rocciosa. Il sentiero termina confluendo con la sterrata della Val Troncea, già a valle dell’Alpe Mey. Si ritorna a Laval seguendo la pista già percorsa all’andata.
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