Anime (Cima delle) da Plan per il Rifugio Plan

Anime (Cima delle) da Plan per il Rifugio Plan
La gita
vicente
5 13/08/2018
Accesso stradale
Parcheggiato presso la funivia (6 EUR/giorno)

Salita in ottime condizioni. Partiti dopo mezzogiorno domenica 12 agosto, saliamo veloci alla Malga Schneid 2159m sotto un sole cocente. Dopo una lunga sosta ristoratrice (pranzo eccellente!) alla malga, autentico balcone panoramico su Plan, proseguiamo la ripida salita verso il rifugio, nascosto dalle fitte nebbie sulla cresta italo-austriaca.
Verso le 16:40 giungiamo infine al rifugio completamente immerso nella nebbia. Il Rifugio Plan e’ un autentico gioiello architettonico. Grande merito al CAI di Merano che lo ha ricostruito nel 1984. La balconata, a picco sulla valle, lascia intuire il panorama mozzafiato con il bel tempo. In compenso al meteo grigio, la Stube e’ calda e accogliente. Riposino prima di cena e poi ci gustiamo il Gulasch coi canederli e la birra di Augsburg, oltre ad una squisita fetta di torta.
Il mattino seguente, la colazione e’ alle 7 (prima la porta della Stube e’ chiusa a chiave). Nel frattempo, tuttavia, ammiriamo lo spettacolo del’alba sul mare di nubi, con le vette dolomitiche che spuntano, Marmolada inclusa. Si scorge perfino il Grossglockner, vetta piu’ alta dell’Austria, e il vicino rifugio Petrarca, dominato dalla mole dell’Altissima. La Cima delle Anime sovrasta il rifugio con la sua ripida Cresta Est, mentre la Vedretta di Plan, quasi completamente priva di neve, mostra tutta la sua sofferenza.
Dopo un’abbondante colazione a buffet ci incamminiamo verso la Cresta Est. Le prime modeste difficolta’ iniziano circa 80m di dislivello sopra il rifugio. Superiamo una famiglia olandese in difficolta’ benche’ siano legati in due cordate da 2 e incontriamo due alpinisti in discesa, che avevano saltato la colazione. Salendo, noto il chiodo posto in cima alla cengia: tornera’ molto utile in discesa. Continuiamo a salire slegati fino al passaggio della scalinata di roccia e la forcella. Io supero il passaggio agevolmente e mi porto in cima alla paretina soprastante dal lato opposto, ma mio padre si blocca al momento di passare dalla scalinata alla forcelletta, punto molto esposto. Decidiamo quindi di fare uso della corda. Dopo aver attrezzato una sosta su spuntone, disarrampico brevemente e gli lancio la corda. Recupero mio padre e da quel momento in poi saliamo il resto della cresta in conserva corta.
Dopo numerosi risalti di I-II da superare e molti passaggi esposti, giungiamo infine alla base della vetta, che superiamo con un ultimo sforzo in facile arrampicata. Il panorama e’ eccezionale. Veniamo raggiunti dalla famiglia olandese, che poi scendera’ prima di noi. Noi ci godiamo la vetta a lungo e poi scendiamo con cautela sempre in conserva. Calo mio padre alla forcelletta e poi nuovamente nel passaggio con il chiodo su cengia. Incrociamo i nostri compagni di stanza, che salgono anche loro in conserva corta. Raggiungiamo il rifugio felici e pienamente soddisfatti. Dopo un lauto pranzo, discesa alla Malga Schneid, dove gustiamo un ottimo latte appena munto, e giu’ alla macchina, evitando per poco un epico nubifragio.

Salita di grandissima soddisfazione ad una delle montagne piu’ alte e importanti delle Alpi Venoste. Bello esplorare degli angoli remoti d’Italia come questi.
Per la salita, raccomando casco, imbrago, fettucce e cordino da 30m. Benche’ le difficolta’ tecniche della salita non superino il II grado, l’esposizione e’ spesso notevole e la cresta e’ davvero lunga, 500m di dislivello dal rifugio di cui oltre 400 di esposizione pressoche’ costante su terreno dove occorre cimentarsi in facile arrampicata alternata a tratti camminabili.
Per certi versi mi ha ricordato una Normale al Monviso in miniatura, benche’ la Cresta Est sia infinitamente piu’ elegante e la roccia sia ottima.

Con papa’, in splendida forma! Un saluto a Luca M. del CAI di Milano, incontrato al Rifugio Plan e alle prese con la Tiroler Weg da Mayrhofen a Merano.

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