A causa delle precarie condizioni del ghiacciaio e delle frequenti scariche provenienti dalla Maledeta la via normale quest’anno non passa dal Portillon ma evita la parte glaciale approfittando di un affioramento roccioso che taglia il ghiacciaio in corrispondenza del colle tra Aneto e Maledeta.
Si può sempre salire dal rifugio per l’ibon de Santerillo ed il lungo taglio verso l’Aneto, oppure come nel mio caso direttamente per il sentiero verso la collada di Ixalenque, oltre il frequentato plan de Aigualluts.
Saliti in tarda mattinata con ampi squarci e nubi sparse, divenute via via più fitte nel pomeriggio ma sempre alte a non pregiudicare la visibilità. Itinerario intuitivo inizialmente su dorsale erbosa, poi per detriti fino alle ripide placconate che conducono, puntando verso destra una scura fascia rocciosa, a ciò che resta del ghiacciaio. L’unico tratto delicato è quello di massi mobili che consente di evitare il ghiaccio ed il traverso successivo che porta al pendio finale, una cinquantina di metri esposti a cadute di pietre, che si fanno sul bordo superiore del ghiacciaio. Il passo de Mahoma è lisciato dai passaggi e molto esposto, gli appigli però sono molti e la roccia ottima. A/R in 3h dai pianori a 2400 sotto il versante nord, prima lunghe pause a contemplare i numerosi rapaci in zona. Terreno migliore del previsto con iniziali tratti erbosi seguiti da ripide placconate con ottima aderenza. Arrivati in tarda serata dalla bella Vielha e per il col d’Espina sotto copiosi temporali, il meteo invece oggi è stato clemente consentendo una salita inattesa.