Amone (Aiguille de l’) parete NE

Amone (Aiguille de l’) parete NE
La gita
powder-boy
4 06/05/2018

Per me era solo una foto, un poster, una linea perfetta da filmare con elicotteri e proiettare nelle sale cinema dei festival di montagna. E invece oggi è toccato a noi. Linea davvero estetica ed elegante. Tengo per me altri sbrodolamenti emozionali per non annoiare.

Partiti sabato da La Fouly, si avanza poco dopo il paese in macchina per un bellissimo prato. Nascondiamo delle Ichnusa nella neve per quando saremo di ritorno assetati e prosciugati e partiamo alla volta della Cabane Aiguille Neuve, rifugio non più custodito. Pelli quasi dalla macchina, risaliamo per l’assolatissima comba, sotto temperature da Death Valley. Per fortuna c’è già una traccia diretta al rifugio, altrimenti avremmo dovuto tracciare nella melma. Serata molto piacevole al rifugio. La Cabane è comoda, con stufa a legna, pentolame vario e persino forchettine biforcute per mangiare molluschi, tipico cibo che un buon alpinista si porta in zaino. Ci godiamo la cena, anche grazie a Stedagno91 che si è caricato in zaino un’intera fornitura di rosticceria, oltre a 8 kg di fiocchi di avena per la colazione. Tramonto ancora piuttosto sereno e tutti a letto. Sveglia alle 3 e 30……Cielo nero, nuvoloni compatti….Rigelo nullo….Facciamo colazione con morale non troppo alto e ce la prendiamo con comodo, forse inizialmente sin troppo. Traversiamo senza pelli tutto il vallone nella melma non rigelata. In snowboard è un supplizio, si sprofonda nel marciume. Eppure…….continuavo a crederci…La parete era rimasta all’ombra tutto il pomeriggio il giorno prima..è ripida e ha esposizione completamente diversa. Inoltre il cielo si sta completamente aprendo! Arriviamo in zona ghiacciaio e quindi, finalmente, alla terminale. Mi dicevo che era lì che iniziavano i giochi. Ci leghiamo e iniziamo a provare…Il crepo è profondo e largo…i pochi ponti di neve cedono solo a guardarli. Iniziamo a spostarci lateralmente, finchè Stuco trova un buon passaggio. Ci sleghiamo e cominciamo a salire rapidi in neve improvvisamente ottima. Arriviamo all’espostissimo traverso…Paghiamo le perdite di tempo della colazione in mood depressione causa nubi e soprattutto le lungaggini della terminale. Sopra le nostre teste le rocce rivolte ad est iniziano a scaldare, la neve è bagnata e sotto i nostri piedi sappiamo esserci una voragine di centinaia di metri. Più che paura, voglia di levarsi da quel punto delicato…Vediamo che più su la parete torna polverosa…Ma le antenne dritte non bastano e mi becco una bella colata di neve proprio in testa. Mi acquatto contro il pendio per non farmi sbilanciare e per non caricare di neve la tavola che ho sulla schiena. Una bella doccia sul coppino e si riparte, ancora più rapidi. Come previsto la neve torna subito polverosa e in poco tempo arriviamo alla spalla di vetta. Lì, proiettati in cielo, su una pala sospesa.
Ma la sorpresa più grande deve ancora arrivare…La discesa..la divoriamo. Non credevo di riuscire a scendere a suon di curve da freeride da questa parete. Per me l’aspetto sciistico è sempre fondamentale e qui ho davvero goduto. Grazie a Dagno e Stucovitz.
Volevo recensire in tre righe e mi sono di nuovo fatto assorbire da questa parete, anche scrivendo.
Les traces sont éphemères, mais pas les écritures.

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