Ambin (Rocca d’) dalla Val Clarea

Ambin (Rocca d’) dalla Val Clarea
La gita
walkerwolf
4 13/04/2014
Accesso stradale
con un po' di sforzo si arriva nei pressi dell'Alpe Tiraculo, 1380
Quota neve m
1600
Equipaggiamento
Scialpinistica

Questa non è una gita: è un viaggio e uno spettacolo, nella solitudine dei monti e della natura, coi caprioli in basso e i camosci in alto, col tempo che variava in continuazione, freddo e caldo, nevicata (breve) e sole. Il sole c’è stato per l’arrivo sulle cime e per tutta la discesa. Ma soprattutto mi preme rimarcare la compagnia di noi 5 a vagolare negli immensi spazi del versante orientale del gruppo degli Ambin. La meta non era ancora chiara se non fino ai 2900 poco oltre il Rif. Vaccarone. Al Vaccarone ci arriviamo per un itinerario diretto utilizzando spesso il sentiero esposto a sud privo di neve che ci consente di salire velocemente. A 2900 optiamo per la Rocca d’Ambin, la cima più alta di questo gruppo di montagne. Di cime ne saliamo ben 2: sulla Rocca ci vanno il Popino, Alberto e Marco, e sono 2050 m di dsl; io con PeoP ci dirigiamo sul Gros Muttet a 3243 m e sono 1900 m di dsl. Ricongiunti all together al Col de Gros Muttet, iniziamo una discesa a dire poco favolosa, sia per la neve, non sempre perfetta, ma sempre ben sciabile, sia per gli ambienti attraversati, vera alta montagna alle porte di Torino. A differenza della salita scendiamo e attraversiamo immensi pendii, cercando il passaggio tra un costone e l’altro fino al Vallone del Tiraculo. Lungo di esso per terreni spettacolari ci inabissiamo negli stretti corridoi che per la loro neve ottimamente trasformata ci consentono di raggiungere la bella mulattiera a 1600 m. In basso slalom in boschi fitti ma ben sciabili. Dalla mulattiera all’ auto ancora 230 m di dsl assai rapidi.

Per un viaggio di questo genere i compagni di gita sono fondamentali e parte determinante per il successo di queste gite lunghe; quindi un gran ringraziamento a PaolinoPopino, ad AlbertMorin, a MarcoTort e alla inossidabile PeoP. Finale a sorpresa al Tiraculo, dove Maurizio Rey, proprietario di una delle baite ivi sistemate, ci accoglie con una buta di fresco Verduzzo. Affoghiamo poi le fatiche con un’ottima merenda alla Posta di Novalesa.
Attendo foto dai compagni di gita.
Devo ancora rimarcare la presenza della paleo-serraccata del Ghiacciaio del’ Agnello, la davo quasi per scomparsa.

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