Abbiamo scelto di scalare il dente raccogliendo come al solito tutto cio’ che c’e’ da prendere (si intende cime) per strada cammin facendo. La via piu’ breve al dente passava dal Gros Muttet, brullo panettone pietroso che consente una magnifica veduta su tutta la bassa Val di Susa. La scalata del dente seppur breve offre cmq spunti tecnici interessanti, con un concentrato di difficolta’ di ordine classico “no more than” III+ nel camino sotto la vetta. Piu’ che ottima la sosta sulla cengia alla base del camino per la calata di 20m che riporta alla base del salto, e ancora gli ultimi pochi metri a scendere in disarrampicata a riguadagnare definitivamente la gengiva e la croce. Come ritenersi appagati a sufficienza della sola scalata del dente per quanto carina e divertente possa essere stata? Una mega traversata da giro del globo ne e’ scaturita al momento stesso di reintraprendere il cammino a valle. Senza per lungo tratto mai abbandonare la linea di confine, abbiamo sommitato piu’ cime, in ordine: Gran Toasso, Rocca d’Ambin, Punta dell’Agnello, e Punta Ferrand in un carosello di saliscendi senza fine. Non fosse per la stanchezza a fare la sua ormai non piu’ evitabile comparsa, si poteva pensare di ottimizzare la gia’ lunga lista di cime inserendovi il Nible’ li’ a un tiro di schioppo, ma a tutto c’e’ un limite. La solita lunga discesa ad anello, apre il discorso alle povere ginocchia mai sollecitate come in questa fase..e che fase..passati sotto il Nible in traverso a riprendere il crestone giu’ al Col d’Ambin (col suo bivacco sempre in ordine), e ripassare l’erta e immensa scarpata che chiude tutto l’alto vallone del Galambra fin giu’ ai riposanti prati di Grange della Valle. Una gita dai risvolti piu’ vari, e favorita da una meteo a dir poco eccezzionale e in buona compagnia.
Cordiale l’accoglienza da parte del simpatico gestore del Vaccarone Nino, che ci ha visti per una sera ospiti graditi nel suo rifugio.
In gran compagnia di Emma